L’immigrazione entra nell’urna

by Editore | 27 Marzo 2012 8:22

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Un’atmosfera surreale, con quattromila poliziotti a blindare il centro di Atene e centinaia di fermi e qualche diecina di arresti nel resto paese in agitazione permanente contro il governo, mentre una nave da guerra turca violava le acque territoriali vicino all’isola di Kea, scaldando i nazionalisti greci che vogliono seguire la gara con Ankara per l’acquisto dei nuovi F-35. Se Sintagma era deserta, la periferia di Atene e molti comuni della Grecia non si sono fatti silenziare. Da Heraklio di Creta a Patrasso, alla Tessaglia, la parata è andata in scena tra le proteste e la prova di forza della polizia. Che dopo aver tartassato i movimenti ha messo nel mirino gli immigrati. 
Per iniziativa del ministro della Protezione del Cittadino Chrisoxoidis, in accordo con la Difesa, si costruiranno tre centri per la detenzione degli immigrati senza documenti in ognuna delle nove regioni della penisola greca. Tutto in gran fretta perché si avvicinano le elezioni e il socialista Chrisoxoidis pensa di pescare tra il voto xenofobo e razzista dei neofascisti di Xrisi Avghi e dell’estrema destra di Karatzaferis. 
Chrisoxoidis ha promesso la sorveglianza massiccia nei centri di detenzione, dove per ogni 250 immigrati ci saranno 70 guardie armate e vicino a ogni centro una stazione di polizia con 150 gendarmi. Il suo ministero sarà  l’unico a sfornare posti di lavoro, visto che alla fine dovrà  assumere 7.560 nuovi poliziotti, a parte il personale dei servizi. Come garantirà  vitto e alloggio agli immigrati, come pagherà  le sue guardie? Con i 250 milioni di euro dei fondi comunitari fino al 2013.

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