le Riforme da Blindare

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Considerati i tempi delle leggi costituzionali è però improbabile che il governo possa blindare il rigore fiscale seguendo questa strada. Una via alternativa, suggerita dall’esperienza alcuni Paesi (Olanda, Belgio, Svezia, Cile, Gran Bretagna e altri) è l’istituzione di «Commissioni fiscali indipendenti». L’Olanda offre un esempio interessante. Il Cpb (Netherlands Bureau for Economic Analysis) ha due funzioni. Innanzitutto produce le stime sulla crescita che il governo poi usa per preparare la legge di bilancio. Questo evita ciò che spesso accade: governi che per non tagliare la spesa costruiscono il bilancio sulla base di stime di crescita eccessivamente ottimiste. Se poi la crescita è diversa da quanto stimato dallo stesso Cpb, è sempre questo organismo che stabilisce quale è il peggioramento dei conti pubblici giustificabile con la minor crescita. Ma la caratteristica forse più interessante del Cpb è il compito che gli è stato affidato di valutare e rendere noti ai cittadini prima delle elezioni gli effetti sul debito pubblico dei programmi economici dei diversi partiti (i partiti non sono obbligati a farsi valutare ma raramente usano questa possibilità ).
Istituzioni come il Cpb sono meglio delle regole numeriche e dello stesso vincolo costituzionale del pareggio di bilancio: infatti possono essere flessibili pur non potendo essere manipolabili. L’autorevolezza del Cpb è garantita dalla sua indipendenza, che deriva da uno statuto molto simile a quello della Banca d’Italia: un’istituzione pubblica, il cui direttore è nominato dal governo, come il Governatore, ma che gode della più completa indipendenza.
I conti pubblici sono una questione eminentemente politica e una Commissione fiscale non può, né deve entrare, nel merito strettamente «politico». È con tasse e spese che si costruiscono le alleanze, si vendono favori, si premiano certi gruppi di reddito o altri, insomma si fa politica. Ma vi sono anche aspetti tecnici, di contabilità , stime macroeconomiche degli effetti di politiche alternative, dei loro effetti di lungo periodo sulle generazioni future. Su tutti questi aspetti un comitato tecnico indipendente potrebbe esprimere valutazioni che rendano più difficile per un governo in carica seguire politiche insostenibili.
Il 12 febbraio 1981, trentuno anni fa, il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta scrisse al Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, la lettera che avviò il cosiddetto «divorzio» tra le due istituzioni. Da quel giorno la politica monetaria in Italia cambiò corso. È improbabile che senza quell’atto lungimirante saremmo stati ammessi nell’unione monetaria. È con un atto analogo che oggi Mario Monti potrebbe blindare la sua eredità .


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