L’Isvap: “Spiegate ai soci l’aumento Fonsai”

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MILANO – Vigilia rovente per il doppio cda – di Fonsai e di Unipol – sull’approvazione dei conti 2011 e per la definizione dell’aumento di capitale da portare nelle rispettive assemblee, ancora una volta coincidenti (il 19 marzo). Appuntamenti carichi di aspettative e di tensioni, soprattutto per quanto riguarda Fonsai (alla cui assemblea Sator e Palladio hanno mandato una lista di domande molto puntuali sull’operazione). 
Nel cda di oggi la compagnia dovrà  infatti varare il bilancio (che riporterà  ritocchi minimali al ribasso rispetto ai livelli di perdita preliminarmente comunicati in gennaio) e soprattutto dovrà  prendere posizione rispetto alla richiesta del suo azionista Premafin, che ha avanzato una «richiesta di riflessione» sull’entità  dell’aumento di capitale. 
Dal punto di vista di Premafin, è scontato che si punti ad un aumento tanto più contenuto possibile (che limiterebbe la diluizione dell’attuale azionista di riferimento) mentre dal punto di vista della compagnia, e del potenziale partner Unipol, l’interesse è opposto. Ma anche l’Isvap ha idee molto chiare in proposito: nella lettera inviata alla compagnia due giorni fa, oltre a ricordare che il corposo aumento deve essere fatto «senza indugio», secondo quanto si apprende in ambienti finanziari avrebbe aggiunto un passaggio molto importante, chiedendo che «nella rappresentazione agli azionisti siano correttamente esplicitate motivazioni e destinazione dell’aumento stesso». Non è banale, perché a fine gennaio la compagnia aveva spiegato all’Isvap che l’aumento che si apprestava a fare si inseriva «nel più ampio ambito dell’operazione di integrazione con Ugf, con conseguenti benefici interni di margine di solvibilità  integrata dell’entità » post integrazione. Si profila insomma una sorta di corto circuito inevitabile: da un lato l’aumento di capitale di Fonsai va fatto «senza indugio» (il solvency margin era al 75% a fine anno, ora è migliorato intorno al 90% ma comunque sotto 100 e dunque in zona-commissariamento per l’Isvap) dall’altro il quadro di riferimento del matrimonio con Unipol è ancora ben lontano dall’essere concluso ed è soggetto ad importanti autorizzazioni da parte delle autorità , che non ci sono ancora state. 
Nel frattempo, continua il carteggio di tutti verso tutti. A quanto risulta, ci sarebbe una lettera di Unicredit spedita a Premafin, in risposta al rinnovato quesito su chi (e se) deve trattare con Sator-Palladio, in merito alla proposta alternativa a Unipol. Gli stessi Unipol e Sator/Palladio si sono mandati lettere di fuoco, con accuse e rimpalli sulle conseguenze anche penali delle reciproche iniziative. 
Il clima è sempre più avvelenato e soprattutto incerto, nella tempistica del complesso percorso autorizzativo. A quanto trapela, l’altra lettera dirimente, quella delle banche creditrici – la comfort letter sulla ristrutturazione del debito Premafin – potrebbe arrivare nel week end. Fuori tempo massimo per il cda di domani, che avrebbe dovuto approvare il bilancio. Il consiglio comunque dovrebbe tenersi ugualmente, per «comunicazioni del presidente»: è probabile che il cda sia messo al corrente delle lettere inviate da Unipol e dall’Isvap rispettivamente all’impegno a trattative in esclusiva e sulla necessità  di ricapitalizzazione di Fonsai.


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