La Woodstock di Bach

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È in arrivo a Firenze una Woodstock dedicata a Johann Sebastian Bach: un mega-ritratto che viaggerà  in luoghi differenti, dal 9 all’11 marzo, sull’onda di una capillare iniziativa non-stop. Intitolato “World Bach-Fest”, il progetto «è un evento nato dalla rete», spiega Ramin Bahrami, pianista iraniano votatosi al culto di Bach, e ideatore della manifestazione insieme al musicista e musicologo Mario Ruffini. «Quando, in nome del mio fanatismo bachiano – nutro una devozione assoluta – ho fondato su Facebook il Gruppo JS Bach, ho raccolto in pochi mesi più di tremila adesioni. Ho deciso di passare dal virtuale al reale celebrando, con una maratona dal vivo, un musicista così amato, universale e contemporaneo, in una città  che è capitale d’arte e rappresenta bene la magnificenza di un compositore che attraversa passato, presente e futuro».
Sarà  lo stesso Bahrami ad aprire il festival come solista al pianoforte di tre Concerti la sera di venerdì 9, nel Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (con Mario Ruffini sul podio dell’orchestra del Maggio). Il giorno dopo Palazzo Vecchio diventerà  per 48 ore un’immensa cassa armonica bachiana, con un flusso ininterrotto di solisti, ensemble e formazioni (tra cui l’Orchestra della Toscana) nel Salone dei Cinquecento. Dialoghi musicologici occuperanno la Sala di Lorenzo, e prove aperte invaderanno il Salone dei Duecento. Tra gli ospiti figurano una musicista mitica come la violoncellista Natalia Gutman (che darà  lezioni pubbliche, come pure Bahrami) e studiosi quali Andreas Gloeckner, del Bach-Archiv di Lipsia, che porterà  a Firenze manoscritti originali del genio tedesco. «Sarà  coinvolto anche Vinicio Capossela» riferisce Bahrami. «Dialogherà  con me, che indosserò i panni di Bach, intervistandomi sui massimi sistemi». Il pubblico potrà  trascorrere immerso nella musica di Bach l’intera notte, tra esecuzioni a Palazzo Vecchio e il cinema Odeon, dove si vedranno film con colonne sonore bachiane, omaggi visivi a leggendari interpreti e i lavori dei finalisti di un concorso per un corto cinematografico di 114 secondi, «essendo 14 il numero per eccellenza di Bach», avverte Bahrami, «ricorrente in tutta la sua produzione». Fine della kermesse domenica sera a Palazzo Vecchio, con le “Variazioni Goldberg” suonate e narrate da Bahrami accanto al “narratore” Sandro Cappelletto.
«Artisti e studiosi partecipano gratis», segnala il co-ideatore Mario Ruffini, che in quest’occasione presenterà  il suo volume di teologia bachiana (“Lo specchio di Dio e il segreto dell’immagine riflessa”) di 114 pagine, 14 capitoli e 14 box di approfondimento (il prezzo, ovvio, è 14 euro). «E a questa festa di democrazia woodstockiana gli spettatori accederanno in libertà , senza prenotazioni. Chi non riesce a entrare potrà  seguire il tutto dal mega-schermo montato in Piazza della Signoria, mentre dal mondo intero ci si potrà  collegare da due portali: www.wordbachfest.it e www.intoscana.it». 
Ruffini è fiero di aver mobilitato per l’impresa, oltre alle due banche di Firenze, le massime istituzioni locali, dal Comune alla Regione e al Maggio; e di poter dichiarare un costo complessivo di soli 40.000 euro. «Sono i miracoli di Bach», esulta da parte sua Bahrami. «Grazie al suo genio unificante, tutti hanno aderito con freschezza e coesione». Nel frattempo il suo ultimo disco, dove interpreta le Suites Inglesi (Decca), è entrato nella classifica del pop. Non è la prima volta: furono incredibili i suoi exploit con l’Arte della Fuga (2007) e con i Concerti bachiani (2011), eseguiti insieme all’orchestra del Gewandhaus di Lipsia diretta da Riccardo Chailly, «il quale oggi», informa Bahrami, «ha accettato la presidenza onoraria del World Bach-Fest».


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