by Sergio Segio | 8 Marzo 2012 11:19
HONG KONG Verso una diminuzione dei dazi d’importazione sui beni di lusso e di consumo in Cina? Il quotidiano cinese di lingua inglese ieri è uscito con un’intervista esclusiva in prima pagina a Wei Jianguo, in cui si annuncia che le forti tasse d’importazione imposte sui beni di lusso esteri per essere venduti in Cina verranno tagliate in modo significativo, non una ma ben due volte nel corso di quest’anno. Wei, ex-vice ministro del Commercio, ed attuale membro della Conferenza Consultativa del Comitato nazionale del popolo cinese riunito proprio in questi giorni nella sua Assemblea plenaria, insieme all’annuale Assemblea Nazionale del Popolo – avrebbe dunque dichiarato che, in risposta all’annuncio fatto dal Primo Ministro Wen Jiabao di potenziare i consumi interni, quella della riduzione dei dazi è considerata una mossa ormai inevitabile.
Il quotidiano China Daily, il primo giornale di lingua inglese del Paese, è spesso utilizzato dalla classe dirigente per le notizie che vuole rendere note alla comunità straniera e diplomatica, che lo segue con attenzione ma anche con una buona dose di scetticismo. Per quanto riguarda gli annunci di tipo economico, di natura diplomatica, o anche per informare il mondo esterno delle grandi svolte politiche del Paese, il China Daily resta un quotidiano di riferimento. La notizia dei dazi, dunque, una volta annunciata su un giornale di questa natura, appare come un tema su cui le discussioni sono già a un punto avanzato.
I prezzi del lusso, in particolare, in Cina sono elevatissimi: secondo uno studio pubblicato dal ministero del Commercio cinese e ripreso dal China Daily, proprio a causa dei dazi, i beni di consumo che rientrano nelle categorie dell’elettronica, orologeria, valigeria, alcolici e abbigliamento, hanno prezzi più elevati del 45% rispetto a Hong Kong, del 51% rispetto agli Stati Uniti, e del 72% rispetto alla Francia. Questo divario nei prezzi, fino ad ora, si è tradotto in vendite non molto significative in Cina (per quanto tutti i grandi marchi internazionali, in particolare del lusso, abbiano deciso che la loro presenza sul mercato cinese è un investimento per far conoscere il proprio nome, prima ancora che per vendite immediate). Uno dei primi desideri dei turisti cinesi all’estero è proprio quello di acquistare beni d’alta gamma.
A Hong Kong, le code davanti a Hermès, Christian Dior, Prada e Cartier sono tutte di turisti cinesi in visita nell’ex-colonia britannica, così come salta all’occhio una forte presenza di acquirenti cinesi nei negozi di marchi di lusso internazionali. Secondo la World Luxury Association, i turisti cinesi hanno speso, nel periodo delle vacanze del Capodanno cinese (quest’anno, le due settimane intorno al 23 gennaio), 7,2 miliardi di dollari Usa per i prodotti di lusso, con un incremento del 28,7% rispetto all’anno precedente.
L’abbassamento dei dazi, dunque, per quanto non sia stato quantificato dall’articolo pubblicato sul China Daily, che ha solo specificato che riguarderebbe «almeno 600 beni di consumo e di lusso», aiuterebbe la Cina a mantenere nei suoi confini parte di questa spesa, anche se gli oggetti acquistati sono importati dall’estero.
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