Italia: Genova porta d’Europa contro le mafie

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Normalmentefesteggiata il 21 marzo, primo giorno di primavera, ma anticipata al 17 marzo per favorire la partecipazione di studenti e giovani da tutto lo stivale, “Genova Porta d’Europa” è lo slogan che accompagnerà  questa giornata che ha celebrato ieri un’anticipazione con l’incontro nel capoluogo ligure presso il teatro Carlo Felice di oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 5.000 familiari.

Una scelta non casuale quella ligure. Da tempo, infatti, non solo il sud, ma anche il nord e il nord ovest sono diventati il centro degli affari criminali e anche la Liguria negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita preoccupante dei fenomeni riconducibili alle organizzazioni mafiose. “Sembrava impensabile e invece in questa terra hanno trovato spazio, dopo le famiglie siciliane della Stidda, anche l’Andrangheta con insediamenti pericolosi che hanno messo in crisi un tessuto sociale nel quale la democrazia sembrava solida” ha spiegato il presidente onorario di Libera, Nando dalla Chiesa. È così la Liguria, fra le regioni del nord, è oggi la prima per numero di comuni sciolti per rischio infiltrazioni mafiose (ben due, Bordighera e Ventimiglia) e nell’ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia si definisce tutta la zona dell’imperiese “un paradiso, per attività  di estorsione e usura, all’ombra del paravento legale offerto dal casinò di San Remo” e degli investimenti “sospetti” come ilfaraonico porto di Imperia.

Un quadro a tinte fosche che di pari passo con l’avanzata delle mafie vede crescere anche la sensibilità  della società  civile e delle amministrazioni sul tema. Infatti, ha sottolineato Avviso Pubblico “se è vero in questa regione si sono già  verificati contatti fra politica e mafie è vero anche che tantissimi amministratori, dal nord al sud, sono in prima linea e rischiano ogni giorno per esercitare democrazia sui territori del Belpaese. Circa 200 sono stati minacciati nell’ultimo anno, oltre 40 hanno perso la vita negli ultimi 40 anni di lotta alle mafie. Ma non stiamo a guardare. Siamo a Genova per assumerci laresponsabilità  della trasparenza e dell’impegno concreto che tutte le amministrazioni possono abbracciare sottoscrivendo la Carta di Pisa (.pdf), un codice etico per promuovere la cultura della legalità  e della trasparenza negli enti locali, utile a vincolare e rendere effettivo l’impegno di ciascun membro della cosa pubblica che la sottoscriverà ”.

Non è un caso quindi che l’iniziativa, sostenuta dalla Giunta regionale ligure con 40.000 euro, avrà  un respiro nazionale e vedrà  la partecipazione di amministratori pubblici, associazioni e scuole di tutta Italia. Inoltre per consentire il massimo afflusso degli studenti liguri, l’assessore ai trasporti della Regione Liguria ha messo a disposizione due treni straordinari gratuiti da Ventimiglia e da Sarzana. “Sostenendo l’iniziativa di Libera – ha spiegato l’assessore al bilancio della Regione Pippo Rossetti – ci siamo impegnati a coinvolgere in particolare i giovani e il mondo della scuola, luogo per eccellenza della memoria e dell’educazione alla cittadinanza e alla legalità , per diffondere il senso e l’importanza di un impegno di solidarietà  antimafia che dalla scuola si deve estendere all’intera comunità ”.

“Abbiamo scelto Genova – ha confermato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera – per riconoscenza alle molte persone impegnate in questa regione e per l’attenzione alle forme di illegalità  che sono emerse”. “Ma siamo a Genova – ha proseguito Ciotti – anche perché è importante presidiare idealmente con la nostra responsabilità  di cittadini, ogni angolo di costa e ogni tratto di mare: quel Mediterraneo reso spesso involontario complice di alcuni fra i peggiori traffici mafiosi, dalla droga ai rifiuti tossici fino agli esseri umani. A Genova possiamo rilanciare il nostro no alla criminalità  organizzata e a tutte le forme di illegalità , corruzione e ingiustizia sociale che la favoriscono, perché questa bellissima città  e con lei l’intero Paese sia davvero una degna porta d’Europa aperta alle speranze ed ai diritti delle persone, chiusa alle mafie, ai lori complici e a tutti gli abusi”.

“Quella odierna è un’iniziativa – ha aggiunto Ciotti – in cui vogliamo ricordare a voce alta i nomi delle vittime delle mafie. Sul palco [durante il ricco programma della giornata con seminari, testimonianze e spettacoli teatrali] saranno letti oltre 900 nomi perché il primo diritto di ciascun uomo è quello di essere chiamato per nome. Oltre 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perchè, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
 Ma da questo terribile elenco mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare”.

Con queste premesse per don Ciotti “la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie non è una manifestazione, non è un corteo, ma è un grande abbraccio ai familiari delle vittime delle mafie”. Il risultato di 365 giorni di lavoro nelle scuole, nelle associazioni, nelle amministrazioni locali e che trova in questa giornata l’occasione per fare il punto e ripartire, consapevoli che di mafie e illegalità  si continua a morire e che “La società  civile, e non solo la magistratura e le forze dell’ordine, deve fare la sua parte nel combattere tutto quello che c’è di illegale” ha detto fondatore di Libera. “I proiettili che hanno ucciso tante persone dobbiamo sentirli anche su di noi altrimenti non si fa memoria ed è solo retorica – ha concluso Ciotti – perchéquello delle mafie è un problema che ci riguarda tutti. Un giorno Saveria Antiochia, madre di un vittima di mafia mi disse: Quando uccidono un figlio sparano anche su di te. Per questo dobbiamo esserci, perché ogni colpo inferto dalla mafia è un colpo inferto a tutti noi”.

Fino ad oggi ogni Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie dal 1996 lascia nella città  in cui si svolge un tesoro di relazioni sociali, di sensibilità  civile, di coinvolgimento personale e collettivo. Lascia la città  ospite più ricca, così come più ricca e responsabile diventa Libera attraverso queste giornate e i rapporti costruiti con città  tanto diverse. Anche per questo 2012 non possiamo che augurarci, con le parole di dalla Chiesa “Che la primavera arrivi e faccia sbocciare una nuova coscienza collettiva contro la mafia. Che lo faccia ovunque partendo da Genova” come si augura anche lo spot realizzato dai ragazzi del Marano Festival che ogni annorealizzano lo spot che la Rai trasmette nelle settimane successive alla Giornata della memoria e dell’impegno.


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