by Editore | 11 Marzo 2012 18:47
Lentezza disarmante
Occorre segnalare che i risultati ufficiali raccolti finora riguardano lo scrutinio effettivo di non più del 16,3% di tutti i seggi nel paese (2052 su 12555), una lentezza disarmante a fronte di tutti i soldi spesi per informatizzare il sistema elettorale investiti negli ultimi sette anni in Senegal. La Commissione elettorale ha indetto il ballottaggio basandosi su dati provvisori e incompleti. Tanti senegalesi restano convinti che se si fosse completato lo scrutinio Wade sarebbe stato eliminato già al primo turno.
L’opposizione
si ricompatta
Macky Sall (nella foto Reuters), leader del Partito Apr (Alleanza per la repubblica) ha ricevuto negli ultimi giorni il sostegno di quasi tutti gli altri 12 candidati alle elezioni presidenziali, compattando di fatto il fronte dell’opposizione. Al ballottaggio si presenterà con il sostegno della maggioranza dei movimenti e delle associazioni che animano la società civile senegalese. In più qualche membri dell’attuale governo stanno abbandonando il «Titanic» di Wade cercando un futuro nel prossimo assetto politico. La crisi profonda del partito al governo è evidente. Wade appare sempre più solo e prossimo alla sconfitta.
La confraternita
In un tentativo disperato dalle forze che sostengono l’attuale presidente, in corsa per il suo terzo mandato, è stato sollecitato l’appoggio al ballottaggio della confraternita musulmana più influente del Senegal, i Mourid. La loro guida religiosa più importante si è defilata, lasciando a esponenti non di primo piano l’incarico di mobilitare i fedeli a fare quadrato intorno a Abdoulaye Wade. Operazione che è un altro chiaro indicatore dell’estrema fragilità e debolezza dell’85enne presidente senegalese.
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