by Editore | 19 Marzo 2012 6:46
I Comuni accendono i motori per la stangata dell’Imu. È la nuova tassa sugli immobili che da quest’anno sostituisce l’Ici e che investe nuovamente – dopo 4 anni – anche la prima casa. Ma su una base imponibile molto più alta. Con effetti allarmanti: a Bologna, sono in arrivo aumenti medi anche del 38% (per la seconda casa), a Roma del 34,1.
DECISIONI ENTRO IL 30 GIUGNO
Già 13 grandi Comuni – rivela un rapporto della Uil Servizio politiche territoriali – hanno deliberato i rincari. Di questi, 7 hanno aumentato le aliquote per prima e seconda casa rispetto a quelle standard fissate dal governo; altri 6 si sono limitati alla seconda. Ma non è che l’inizio, i Comuni approvano i bilanci fino al 30 giugno: è possibile dunque che alcuni Municipi aspettino, per il varo dei rincari, lo svolgimento delle amministrative di maggio. In questo caso, siccome la data del pagamento della prima rata dell’Imu è fissata al 16 giugno, molti contribuenti verseranno solo al momento della seconda rata, il 16 dicembre.
Da Roma a Bologna, da Firenze a Trento, da Cuneo a Salerno, da Reggio Emilia a Ferrara: gli aumenti sono già stati deliberati. Come è noto le aliquote ordinarie dell’Imu sulla prima casa sono state fissate dal governo al 4 per mille, su queste i Comuni possono apportare un aumento o una diminuzione del 2 per mille; l’Imu sulle seconde case (che da quest’anno assorbe anche l’Irpef sulle seconde case che non si paga più) ha una aliquota standard del 7,6 per mille, aumentabile o diminuibile dai Municipi del 3 per mille. Per completare il quadro bisogna ricordare che la rendita catastale, cioè la base imponibile sulla quale si applica l’aliquota dell’Imu, è stata aumentata rispetto allo scorso anno del 60%. Va anche sottolineato che per la prima casa è stata introdotta una detrazione ordinaria di 200 euro, aumentabile di 50 euro per ogni figlio a carico under 26 fino ad un massimo di 400 euro.
I MUNICIPI HANNO FAME
All’interno di questa griglia d’azione la fame dei Comuni, in difficoltà per i tagli, si è scatenata. In prima linea, Roma: il sindaco Alemanno ha portato l’aliquota sulla prima casa al 5 per mille e quella sulla seconda e le eventuali altre abitazioni al 10,6 per mille. I calcoli della Uil sono stati effettuati su un proprietario di un appartamento medio di 5 vani, in zona semi periferica, con rendita catastale A/2-A/3. Nel caso di una seconda casa, dove in passato si pagava l’Irpef, il raffronto è stato fatto su un proprietario con un reddito di 90 mila euro annui lordi. Il confronto è impressionate: il proprietario medio pagherà nella Capitale 639 euro, detrazioni medie comprese, per la prima casa e 1.885 per la seconda. In pratica rispetto alla aliquota base del 4 per mille, il rincaro sarà del 38,6%. Per la seconda casa, invece, rispetto allo scorso anno, l’aumento sarà del 34,1%. Non va dimenticato che Roma ha l’addizionale Irpef più alta d’Italia, allo 0,9%, e rischia così di diventare la Capitale delle tasse.
Le tabelle di questa pagina danno la misura dei rincari città per città . Si tratta dei capoluoghi di provincia – 13 su 104 – ma aumenti si segnalano in ordine sparso anche nei centri più piccoli e solo a consuntivo si potrà verificare quanti degli 8.000 Comuni italiani hanno aumentato la pressione fiscale.
VITA DURA ANCHE IN EMILIA
A Bologna, dove sembra confermata l’aliquota del 4 per mille per la prima casa, la sorpresa sarà per la seconda: si passerà dai 1.266 euro comprensivi di Irpef del 2011 ai 1.747 euro di quest’anno con un rincaro medio del 38%. Stessa situazione a Firenze dove il rincaro della seconda casa (aliquota portata ugualmente al 10,6 per mille) sarà del 36,1%. Non si scherza a Parma dove scatta la doppia aliquota a livelli assai alti (6 per mille la prima e 10,6 la seconda): i rincari saranno del 49,4 e del 35,2%. Da segnalare infine la città amministrata dal presidente dell’Anci, Del Rio: anche Reggio Emilia non sfuggirà agli aumenti, giacché per la prima casa l’aliquota è stata portata al 5 per mille e per la seconda al 9,6 per mille.
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