by Editore | 1 Marzo 2012 8:30
Il governo imposta la «fase 2» del Fisco. Dopo la riunione della task force anti-evasione ora tocca alla riforma fiscale. Lo strumento, pronto da essere utilizzato, è il disegno di legge delega Tremonti, varato lo scorso anno e giacente alla Camera, dove sono già state svolte le prime audizioni.
UNA DELEGA FISCALE
PIU’ SNELLA
L’intenzione del governo, che potrebbe agire già la prossima settimana, è di cambiare il testo e per farlo ha aperte due strade: una serie di emendamenti oppure la presentazione di una delega nuova di zecca. Si tratta di opzioni tecniche: la delega si è già di fatto asciugata perché il governo Monti ha già messo in atto molti degli interventi previsti dal documento. Si è agito infatti introducendo l’Ace e con gli sconti Irap per le assunzioni di giovani e donne. Sulle rendite finanziarie agì il precedente governo Berlusconi che, nell’estate scorsa, unificò la tassazione al 20 per cento e ieri il premier Monti ha ribadito l’intenzione di intervenire nuovamente sui redditi da finanza. Fuori gioco anche l’idea di Tremonti, contenuta nella delega, di cambiare l’attuale sistema a cinque aliquote e di ridurlo alle tre 20-30-40 : mancano le risorse.
NORME SU ABUSO DIRITTO
E RISCATTO
Così la delega diventerà molto più snella e si arricchirà di due nuove norme: quella per la lotta all’elusione e quella che consentirà di dare avvio alla riforma del catasto. Le norme sull’abuso di diritto saranno volte a verificare ogni volta, come del resto ha fatto spesso la Corte di Cassazione, se l’operazione che viene messa in atto da una società ha un fine puramente economico o serve solo per risparmiare sulle imposte: saranno sanzionati tutti gli atti privi di valide ragioni economiche diretti, pur senza violare alcuna specifica disposizione di legge, ad ottenere riduzioni delle imposte, rimborsi o risparmi. Quanto alle rendite catastali esistenti mira a ridurre la differenza tra imponibili e valori di mercato delle case.Si studierà una revisione degli estimi urbani medi agendo Comune per Comune, o su zone omogenee e quartieri all’interno dello stesso centro abitato. In casi dubbi sarà prevista anche l’attribuzione di una rendita catastale presunta.
DAL TAGLIO DELLE
AGEVOLAZIONI 3-4 MILIARDI
L’altra novità che si profila è che sarà spacchettato il taglio delle agevolazioni welfare gestite dall’Inps. La questione-assistenza sarà affidata ad una delega a se stante, disinnescando la mina di una riforma affrettata del welfare e legata a doppio filo alla tempistica della riforma fiscale: contestualmente si conta di esercitare la delega ricevuta con il Salva-Italia che prevede di innalzare le soglie Isee per accedere alle prestazioni agevolate del Welfare e agli assegni di assistenza. Al contrario la razionalizzazione delle 700 agevolazioni fiscali Irpef resterà nella delega e sarà portata avanti con l’obiettivo di raccogliere 3-4 miliardi (un primo passo del resto è stato fatto proprio con l’abolizione della detrazione per la prima casa che oggi si paga interamente sotto il nome di Imu).
L’intento delle delega Tremonti era invece quello forzare i tempi della riforma di Welfare e delle agevolazioni fiscali introducendo una doppia clausola di salvaguardia: la prima consisteva in dolorosi tagli lineari a tutte le agevolazioni fiscali mentre la seconda era costituita dall’aumento dell’Iva. Il governo Monti, per evitare il peggio, ha optato per la seconda soluzione e ha aumentato l’Iva che nell’ottobre prossimo salirà al 23 per cento. Il rincaro Iva rimarrà tanto più che ieri Monti nelle linee di indirizzo ha ribadito l’intenzione del governo, già annunciata nel discorso programmatico, di spostare il peso della tassazione dalle imposte dirette a quelle indirette.
GRILLI E PASSERA: MENO TASSE DALL’EVASIONE
L’intenzione, ribadita dal governo, di puntare più sull’Iva e meno sull’Irpef, ha provocato reazioni contrastanti. Un altolà su questa linea è giunto dal segretario del Pd Bersani che ha invitato alla «cautela» perché – ha detto – con l’aumento dell’Iva «abbiamo avuto un problema piuttosto serio con i prezzi». Levata di scudi anche da parte della Confcommercio che ha giudicato l’eventuale misura controproducente.
La linea sembra dunque tracciata e ieri il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli ha riaperto la possibilità di una riduzione dell’Irpef con i ricavi della lotta all’evasione. «Sicuramente l’intenzione c’è – ha detto – e i successi futuri della lotta all’evasione è nostro obiettivo restituirli ai cittadini». Grilli ha aggiunto che il fondo per contenere i proventi dell’evasione e destinarli al taglio delle tasse non è stato fatto per motivi tecnici. Anche il ministro per lo Sviluppo Corrado Passera ha detto che dalla lotta all’evasione e dalla spending review verranno risorse per risolvere «problemi importanti» come «l’eccesso della tassazione e la politica del lavoro».
ITALIA MAGLIA
NERA UE
Resta alta la guardia del governo anche sull’evasione, oltre all’intenzione di inserire nella nuova delega norme sull’abuso di diritto, ieri Monti nel documento di indirizzo ha fatto un nuovo riferimento a «misure ad hoc» contro i paradisi fiscali. Misure quanto mai opportune come dimostrano i dati, diffusi ieri dal gruppo dei Democratici europei a Bruxelles, in base ai quali Italia è la maglia nera nell’Ue per l’economia sommersa e quindi anche per l’evasione fiscale derivante dal fenomeno. Secondo i dati raccolti dalla «Tax research London», nel 2009 il valore dell’economia sommersa in Italia era pari a 418 miliardi, per un’evasione fiscale stimata in 180 miliardi. Alle spalle dell’Italia, per sommerso ed evasione, ci sono Germania (poco meno di 400 miliardi e una evasione di 158) e Francia (290 miliardi di sommerso con 120,6 miliardi di evasione). Assai più contenuto, invece, il fenomeno del sommerso in Spagna (239 miliardi in valore e 72 in evasione) e Gran Bretagna, dove il nero valeva 212 miliardi e l’evasione ammontava a 74 miliardi).
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