Il caso dei 2 marò: «giornata convulsa»

by Editore | 2 Marzo 2012 8:30

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I due marò, distaccati come scorta armata sulla petroliera italiana “Enrica Lexie” sono in stato di fermo in una guest-house della polizia a Kochi, nel Kerala.
I punti in questione sostanzialmente sono tre: lo stato di fermo o la sua tramutazione in arresto; la richiesta italiana di partecipare a tutte le fasi della perizia balistica sulle armi e materiali sequestrati sulla petroliera; la giurisdizione della magistratura indiana, contestata dall’Italia visto che l’incidente è avvenuto in acque internazionali.
Da giorni in India – fra New Delhi, Kochi e Kollam – è presente il sottosegretario agli esteri Staffan de Mistura, e anche i due periti balistici inviati dall’Italia, Paolo Fratini e Luca Flebus. De Mistura ha definito la giornata di ieri «convulsa», con «alti e bassi» ma con «buoni risultati». Il giudice indiano ha deciso di prolungare il fermo fino al 5 marzo (poteva decidere di mandarle i due in carcere). Mercoledì il tribunale di Kollam aveva respinto la richiesta italiana di avere «il pieno accesso» dei due esperti balistici al laboratorio di Trivandrum, la capitale del Kerala, dove sono cominciate le perizie. Giudici, polizia scientifica e polizia del Kerala non sembrano d’accordo fra loro sulla presenza/partecipazione italiana, per cui l’Italia ha fatto ricorso all’Alta corte di quello Stato che dovrebbe decidere oggi. Terzo e ultimo punto, il più «complicato», quello sulla giursdizione. 
Il ricorso della difesa dei due italiani sempre davanti all’Alta corte del Kerala ieri non ha avuto risposte, forse le avrà  oggi, ma comunque sembra difficile che gli indiani rinuncino alla loro pretesa o al loro diritto di svolgere in India l’iter giudiziario della vicenda. «Continuiamo a batterci», ha concluso De Mistura». Ma bisogna farlo con discrezione per non guastare gli eccellenti rapporti economici con l’India.
Che il caso sia ingarbigliato è confermato anche dalla risposta data ieri alla Camera a un’interrogazione: il sottosegretario alla difesa Magri ha detto che nei rapporti fra il comandante della petroliera e il comandante della scorta armata, rispetto alla potestà  di decidere i movimenti della nave in caso di attacco dei pirati, c’è stato «un comportamento anomale». Che vuol dire?

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