Il bilancio a rischio di Premafin nuovo ostacolo all’operazione Unipo
MILANO – Con il faro della procura acceso su Premafin e Fonsai l’operazione Grande Unipol sembra sempre più appesa a un filo. Lo schema prevede infatti che domani il cda della holding chiuda il bilancio 2011 e convochi l’assemblea per l’aumento di capitale da 400 milioni riservato alla compagnia bolognese. Ma come si fa, con i magistrati che hanno parlato di “situazione allarmante” dei conti del gruppo nel suo complesso, avallare un bilancio che si basa su una valutazione delle azioni Fonsai in portafoglio intorno a 4 euro? L’arduo compito di questa valutazione spetta al professor Maurizio Dallocchio, da tempo vicino alla famiglia Ligresti e in passato consulente di Emilio Gnutti nella scalata a Telecom. In Borsa le azioni Fonsai sono scese sotto 1,2 euro e il 35% in pancia a Premafin vale dunque 178 milioni. Il valore della stessa quota a 4 euro per azione salirebbe a circa 600 milioni e quello dell’intera Fonsai a 1,7 miliardi. Una cifra totalmente incompatibile per una società che ha appena presentato un bilancio in perdita per 1,04 miliardi e necessita di una ricapitalizzazione “monstre” da 1,1 miliardi. Se i consiglieri di Premafin assumeranno per buono tale valore nel bilancio 2011 rischiano di peggiorare la loro situazione di fronte agli occhi attenti della magistratura. D’altronde con un tale dubbio sulla tenuta dei bilanci risulterebbe difficile anche per le banche del consorzio di garanzia formato da Mediobanca garantire poi a valle l’aumento di capitale di Fondiaria Sai. Anche perché c’è un brutto precedente sotto gli occhi di tutti: nel luglio 2011 Fonsai e la controllata Milano assicurazioni hanno lanciato due aumenti di capitale per un totale di 800 milioni a fronte di prospetti informativi i cui i dati di bilancio si sono dimostrati inattendibili solo pochi mesi dopo. Un precedente che potrebbe dar corso a cause legali e che adesso rischia di ripetersi. Mediobanca e Unipol stanno comunque cercando di stringere i cordoni dell’operazione e spingendo per un’uscita dei Ligresti dalle posizioni chiave delle aziende, nella speranza che ciò sia sufficiente a evitare un intervento più drastico da parte dei magistrati. Ma se ciò non succederà l’arrivo di un commissario in Fonsai sembra probabile e così lo slittamento di tutta l’operazione.
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