I precari Stretta su tutti i contratti a tempo e nove mesi per impugnarli

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Addio alle 46 forme di atipicità  calcolate dalla Cgil (una ventina per Confindustria). E stretta sui rapporti di lavoro camuffati, gli impieghi distorti, gli abusi. Il governo traduce la flessibilità  “buona” sfoltendo la giungla dei contratti ad otto tipologie essenziali e si impegna a disincentivare e sanzionare gli «utilizzi impropri». Con l’obiettivo – si legge nella proposta di riforma – di «rendere più dinamico il mercato del lavoro», soprattutto per le «fasce svantaggiate», come i giovani, «contrastando al contempo la precarizzazione». «Il mantenimento della precarietà  sarebbe suicida», ha spiegato ieri il ministro Fornero, specificando poi che «abbiamo in mente una forma contrattuale dominante, il contratto a tempo indeterminato, che preveda l’ingresso nel mercato del lavoro possibilmente in giovane età  attraverso un vero apprendistato».

Collaboratori / Disincentivi e nuovi vincoli così saranno evitati gli abusi    


Il tentativo è quello di restringere l’uso dei co.co.pro., spesso lavoro subordinato mascherato, introducendo disincentivi normativi e contributivi. In pratica, la definizione del “progetto” dovrà  essere più stringente e specifico. L’attività  del collaboratore sarà  assimilata a quella del dipendente («presunzione relativa») se svolta con modalità  analoghe. Non sarà  più possibile inserire clausole individuali nei contratti che consentono il recesso prima della scadenza o del completamento del progetto anche senza giusta causa. Il contratto potrà  essere chiuso solo per giusta causa, incapacità  professionale, cessazione dell’attività  cui il progetto è inerente.

Partite Iva / Se la collaborazione è strutturale scatta l’assunzione definitiva    


Se la collaborazione professionale, autonoma e occasionale (partite Iva), dura più di 6 mesi nell’arco di un anno, il lavoratore ne ricava più del 75% del fatturato e comporta l’uso di una postazione di lavoro presso il committente, si presume, salvo prova contraria a carico del datore, che quel rapporto di lavoro è di fatto “coordinato e continuativo”. L’eventuale accertamento giudiziale comporterà  automaticamente la conversione del rapporto in subordinato a tempo indeterminato, come avviene per i co.co.pro. «privi di un progetto specifico». Escluse le collaborazioni di professionisti iscritti ad albi e saranno rivisti modalità  e requisiti per aprire una partita Iva.

Associazioni / Giro di vite per bonificare la situazione dei soci “simulati”    


Stretta in arrivo anche per le associazioni in partecipazione. La bozza parla di «bonifica» delle situazioni di finti soci o soci simulati, senza reale partecipazione agli utili, che coinvolgono soprattutto “milleuristi”, giovani impiegati nei negozi in franchising (oltre 52 mila, secondo la Uil). L’abuso sarà  perseguito con la limitazione del numero massimo degli associati (sino a 5 soggetti, dice la bozza, compreso l’associante), fatte salve le associazioni familiari e quelle che svolgono attività  «di elevato contenuto professionale». Ma soprattutto se non ci sarà  una distribuzione effettiva degli utili, il rapporto si presumerà  di natura subordinata, fatta salva la prova contraria.

Part-time / Obbligatorio per il datore di lavoro comunicare le modifiche di orario    


Per il contratto a tempo parziale, arriva l’obbligo per il datore di comunicare «ogni variazione di orario», contestualmente al preavviso al lavoratore, nell’ambito del part-time verticale o misto (è questa la forma che più si presta ad abusi). Anche per il contratto intermittente (“a chiamata”) si introduce un obbligo di comunicazione amministrativa, con «modalità  snelle» (compreso il messaggio telefonico), ad ogni chiamata del lavoratore, per scongiurare che sia utilizzato in modo irregolare. Per il contratto di lavoro accessorio, si pensa di restringere il campo di operatività , modificare il regime orario dei buoni (voucher) e anche qui modalità  snelle per comunicare l’inizio dell’attività  lavorativa.

Lavori a termine / Contributi più costosi per le aziende finanzieranno i nuovi ammortizzatori    


Il contratto a termine costerà  di più (escluso quello di sostituzione), ma l’aggravio sarà  recuperato se il datore assumerà  il lavoratore a tempo indeterminato. Il meccanismo bonus/malus («premio di stabilizzazione») si attiverà  con un rialzo dell’aliquota contributiva pari all’1,4% (2,7% totale) che andrà  a finanziare il nuovo ammortizzatore, l’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego). Per limitare gli abusi, aumenterà  l’intervallo temporale tra un contratto e l’altro. E sarà  eliminato il termine risicato di 60 giorni dalla scadenza entro cui manifestare al datore la volontà  di impugnare il contratto ritenuto illegittimo, riducendo però da 330 a 270 giorni (9 mesi) il termine per l’azione in giudizio.

Apprendistato / Canale privilegiato per i giovani ma dovranno esserci più assunzioni    


Sarà  «il canale privilegiato di accesso dei giovani al mondo del lavoro» (15-29 anni), così come previsto dal nuovo Testo unico del 2011 che dovrà  essere implementato da Regioni e parti sociali entro il 25 aprile. In arrivo, però, alcuni correttivi. Il datore potrà  assumere nuovi apprendisti solo dimostrando di averne confermati una certa percentuale nel passato recente. Ci sarà  una durata minima. La figura «ambigua» del referente aziendale verrà  eliminata e il tutore sarà  obbligatorio. La registrazione della formazione sarà  sostituita da una dichiarazione del datore, in attesa del “libretto formativo”. Il nuovo “contributo di licenziamento” si applicherà  anche agli apprendisti.


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