Gli ultimi istanti degli ostaggi “Freddati nel bagno del covo”

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LONDRA – «Siamo stati noi a uccidere gli ostaggi, quando ci siamo visti circondati». Lo dicono i terroristi arrestati in Nigeria, interrogati dalle forze di sicurezza locali, smentendo l’ipotesi che i due prigionieri siano caduti sotto il “fuoco amico” dei commando britannici mandati a liberarli. Intanto da Londra arrivano altre indiscrezioni sul blitz: l’attacco è stato lanciato perché i sequestratori avevano comunque deciso di eliminare l’italiano e l’inglese e volevano fuggire in Niger. Li avrebbero uccisi a bruciapelo, nel bagno del covo, dopo un’esplosione provocata dalle teste di cuoio. Una fonte di Al Qaeda, non necessariamente credibile, sostiene che era in corso una trattativa condotta dai familiari dei due ostaggi e che era stato già  pagato parte del riscatto. E nelle stesse ore del raid un altro italiano, Renzo Galvagni, un ingegnere di 65 anni, è scampato a un rapimento, sempre in Nigeria, grazie all’intervento della polizia che ha bloccato l’auto dei sequestratori. In ogni modo da Downing street giungono indicazioni che Italia e Gran Bretagna stanno cercando di superare l’incidente diplomatico, non solo per i loro buoni rapporti ma pure perché – scrive il Financial Times – Londra starebbe segretamente aiutandoci a risolvere un’altra delicata questione, l’arresto dei nostri due marò in India, in virtù dei suoi stretti legami con il governo di Nuova Delhi.
Secondo fonti nigeriane citate dal Daily Telegraph, la decisione di attaccare è stata presa dalle autorità  britanniche perché i terroristi avevano deciso di uccidere i due ostaggi. I sequestratori temevano che si stesse chiudendo il cerchio intorno a loro dopo che Abu Muhammad, uno dei loro capi, non aveva più dato notizie di sé. In effetti Muhammad era stato arrestato martedì dalle forze speciali nigeriane ed era stato lui, sotto interrogatorio, a rivelare il luogo in cui erano tenuti gli ostaggi e i numeri di cellulare dei loro carcerieri. Dalle intercettazioni sarebbe emerso che i terroristi erano fortemente agitati e ormai consideravano gli ostaggi «un peso». Perciò erano orientati a scappare in Niger. «Erano pronti a muoversi giovedì mattina», raccontano le fonti nigeriane, «avrebbero varcato il confine, ucciso gli ostaggi, scaricato i cadaveri e sarebbero scappati attraverso il deserto». Un’altra opzione era quella di «vendere» i due ostaggi ad Al Qaeda nel Maghreb islamico.
A questo punto da Londra il premier Cameron ordina il blitz. Ma poco dopo l’inizio del raid, Chris McManus e Franco Lamolinara vengono sospinti nel bagno del compound dai rapitori e uccisi su due piedi. Lo racconta al Times una donna di nome Hauwa, moglie di un custode che ha perso la vita nello scontro a fuoco e probabilmente l’ultima, oltre ai membri della gang, a vedere vivi i due ostaggi. «Erano nel salone del compound quando le mura sono state scosse da una esplosione, e due rapitori sono rimasti uccisi da proiettili entrati nella stanza», dice la donna. «Lo scontro a fuoco si intensificava e allora due degli uomini della banda hanno spinto gli ostaggi nel bagno. Ho sentito dei colpi e sono scappata».
Poteva andare diversamente? Secondo una fonte di Al Qaeda, riferita dall’agenzia di stampa africana Ani, i rapitori avevano aperto una trattativa con i familiari dei due ostaggi grazie alla mediazione di un uomo d’affari già  utilizzato in passato per ottenere il rilascio di Sergio Cicala, un italiano rapito da al Qaeda in Mauritania. Si sarebbe così arrivati a un accordo per liberarli in cambio di un milione e 200 mila dollari. Parte dei soldi erano già  stati consegnati, ma nel corso del negoziato lo spionaggio britannico avrebbe individuato i terroristi e deciso di lanciare l’azione per recuperare gli ostaggi. Ma chissà  se è vero.
Come che sia, in un editoriale intitolato «Impero britannico», il quotidiano londinese Independent osserva: «Perché non dovremmo condividere le recriminazioni del governo italiano? Nessun politico, in Gran Bretagna, ha finora fornito una risposta totalmente onesta. Cercate di immaginare lo sdegno che sarebbe montato in Gran Bretagna se Lamolinara e McManus fossero morti in seguito a un blitz delle forze italiane e Monti non avesse avvertito preventivamente Cameron». Un dubbio condiviso dall’opposizione laburista, che ha chiesto chiarimenti in parlamento al premier Cameron alla luce delle proteste del presidente Napolitano


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