by Editore | 2 Marzo 2012 9:28
Un 52enne disoccupato è entrato a Komotini, al nord del paese, con una arma da caccia sparando all’impazzata dentro la ditta dove prima lavorava e ferendo fortunatamente in modo lieve il proprietario e un lavoratore di origine bulgara. Poi anche un poliziotto. L’uomo aveva perso il lavoro e dopo otto mesi anche la pazienza, per le mancati promesse di riassunzione dalla ditta che produce cubi per il riciclaggio della spazzatura di plastica. La rabbia per il suo licenziamento lo ha spinto a prendere come ostaggi due lavoratori della ditta, mentre la polizia fino a ieri sera aveva circondato la ditta e cercava di trattare senza escludere un intervento.
La disoccupazione rappresenta la grande piaga della crisi. Secondo i dati di Eurostat, la disoccupazione in Grecia era già al 19,9% nel novembre scorso, un record rispetto al 14,1% del novembre del 2010. La disoccupazione è ancora più drammatica tra i giovani, visto che il 48,1% delle persone sotto i 25 anni è senza lavoro, la percentuale più alta dopo la Spagna. Grazie alla «troika», il sussidio di disoccupazione sarà ridotto della 22% dal 12 marzo.
Nello stesso momento, la crisi economica e sociale alimenta vertiginosamente la criminalità in un paese con indici molto bassi di delitti fino alla caduta del muro di Berlino. Ad Atene un 45enne è stato ucciso come se fosse un’esecuzione alle prime ore del mattino di giovedì, con una pallottola in testa. Aveva fatto scattare l’allarme della sua edicola in affitto quando gli aggressori gli hanno chiesto i pochi euro della cassa. Lui faceva il turno di notte e sua moglie quello di giorno, quando lasciava i due figli a scuola. E’ il terzo morto in quarantotto ore e il secondo ucciso dai rapinatori per punizione, perché non si era lasciato derubare. Nel Peloponneso tre incappucciati con un’arma automatica, una spada e una mazza di legno hanno rapinato una pizzeria ferendo il proprietario e il cuoco che hanno opposto resistenza. Tutto per 620 euro.
Ma la società greca mostra anche grandi segni di resistenza e di vitalità per affrontare la crisi creando nuove forme di convivenza solidale. I consumatori riceveranno oggi alla Università di Salonicco 55 tonnellate di patate, ordinate direttamente alle cooperative degli agricoltori della zone evitando gli intermediari. L’iniziativa della Facoltà di Agraria ha superato per ben cinque volte la quantità sperata all’inizio, mentre i consumatori hanno già fatto ordini di alte 50 tonnellate a Salonicco e 75 tonellate alla vicina Katerini per sabato. Si spera anche per una distribuzione di altre 10 tonnellate per lunedì. L’iniziativa ha aperto praticamente il mercato per i produttori di patate, che vedevano il loro raccolto marcire nei magazzini perché gli intermediari offrivano prezzi stracciati importando patate dall’Africa del Nord. La Facoltà di Agraria è stata seppellita da più di mille e-mail e innumerevoli telefonate quando ha annunciato l’iniziativa.
«Il movimento della patata», come è stato chiamato, è solo all’inizio. Ci sono già quelli che lavorano ininterrottamente per allargare l’esperienza anche in altri prodotti agricoli, tra fagioli, riso, olio e olive. I consumatori di Salonicco aspettano ora l’olio da Creta, quello buono che i produttori sono costretti a vedere a 1,7 euro al chilo ai grossisti, per ritrovarlo a 10 euro negli scaffali dei supermercati. Seguirano nel nuovo cestino della spesa la farina dalla vicina Tessaglia e tanti prodotti da altre isole greche.
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