Fisco, un italiano su due guadagna meno di 15 mila euro

by Editore | 31 Marzo 2012 15:23

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ROMA — Un Paese dove il 14% dei contribuenti paga il 53% delle imposte, dove i ricchi con un reddito di oltre 100 mila euro sono appena l’1%, dove gli imprenditori dichiarano in media guadagni inferiori a quelli dei lavoratori dipendenti, che però, insieme ai pensionati, pagano da soli il 93,2% delle tasse sui redditi incassate dallo Stato. O questo è un Paese di poveri oppure è un Paese di furbi, e i dati sulle dichiarazioni dei redditi 2010, diffusi oggi dal ministero dell’Economia, non aiutano certo a sciogliere il dilemma.
Dopo la batosta dell’anno precedente, nel 2010 i redditi degli italiani hanno ripreso a crescere, ma sempre al di sotto del tasso di crescita del Pil reale (+1,8%). Il reddito medio degli italiani è salito dell’1,2%, a 792 miliardi di euro, che fa una media di 19.250 euro a testa. Ma sono le statistiche fatte con la regola del pollo di Trilussa, perché se si scende nel dettaglio si scopre una realtà  ben diversa. Si scopre che gli italiani che dichiarano meno di 10 mila euro sono ben 14 milioni, e che il 50% dei contribuenti, 20,2 milioni di cittadini, non arriva a guadagnare 15 mila euro annui lordi. 
Il 30% dei contribuenti si trova nella fascia che va da 15 a 26 mila euro di reddito annuo lordo, il 20% tra 26 e 100 mila euro. Chi denuncia al Fisco guadagni superiori a questa cifra è solo l’1% dei contribuenti, mentre i super ricchi che dichiarano oltre 300 mila euro (e che pagheranno il contributo di solidarietà  del 3%) sono appena lo 0,07% del totale, poco più di 30 mila persone. Che però si fanno carico del 4,7% delle tasse complessivamente versate all’erario. A conti fatti, quasi metà  delle tasse incassate dallo Stato (77 miliardi su 149) arriva dagli 8,2 milioni di contribuenti che dichiarano al Fisco tra 26 e 100 mila euro, un altro quarto (36,6 miliardi) dai cittadini che guadagnano tra 15 e 26 mila euro l’anno. 
A guidare la classifica dei redditi, come al solito, sono i lavoratori autonomi, con una media di 41.320 euro a testa, in aumento del 3,6% rispetto al 2009. Gli imprenditori dichiarano, in media, appena 18.170 euro: comunque meno dei lavoratori dipendenti (19.810 euro a testa, con una misera crescita dello 0,1%, e un po’ di più se si considerano anche i premi e gli straordinari, che portano il reddito medio a 20.300 euro, con un più 2,3% sul 2009). I pensionati guadagnano in media 14.980 euro (+2,6%), i redditi da partecipazione sono stati pari in media a 16.500 euro (+2,1%).
I redditi Irpef che arrivano dalle imprese ammontano in media a 22.080 euro, con una crescita del 3,8%, segno di una ripresa dopo la durissima crisi del 2009. Recuperano i redditi legati alle imprese manifatturiere (+4% dopo un calo del 20%), e soprattutto quelli inerenti il settore finanziario (+10%, dopo un meno 7% nel 2009), mentre i redditi derivanti dalle imprese commerciali restano stagnanti (+0,5%, dopo un calo del 7%).
L’Irpef netta versata complessivamente al Fisco nel 2010 è stata pari a 149,4 miliardi di euro con un aumento del 2%, ed è stata pari in media a 4.840 euro per ogni contribuente. Il pagamento effettivo delle tasse, però, riguarda solo 30,9 milioni di cittadini, perché gli altri 10,7 milioni (più o meno un quarto dei contribuenti italiani) non pagano tasse. Con il risultato che, appunto, il 14% dei cittadini italiani paga il 53% delle tasse. A ben vedere, poi, il gettito è garantito quasi esclusivamente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. I primi pagano 90 miliardi di tasse, i secondi ne versano 49: in tutto sono 139 sui 149 miliardi complessivi entrati nel 2010 nelle casse dello Stato.
Se qualcosa cambia, rispetto all’anno scorso, è sul fronte delle deduzioni e delle detrazioni fiscali. Nel 2010 si segnala una forte crescita delle deduzioni per i contributi versati per i servizi domestici (+31,5%), e di quelle per la previdenza complementare (+16,7%), mentre scendono le detrazioni per gli interessi passivi sui mutui (-28%). Crescono le detrazioni per la riqualificazione energetica degli immobili (+23%) e quelle sulle ristrutturazioni edilizie (+12%). E decollano le donazioni alle onlus: nel 2010 sono state quasi un milione.
Mario Sensini

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