FIGLI DI SHAKESPEARE E DELLA ROWLING
Niente può scalfirli. Non ci sono passaggi d’epoca, salti culturali, rivoluzioni tecnologiche capaci di appannare il fascino della più romantica delle coppie letterarie. I tormenti di Giulietta e Romeo primeggiano di gran lunga nel canone europeo disegnato dagli studenti liceali di cinque diversi paesi. Dalla Germania alla Spagna, dal Portogallo all’Italia e alla Romania, Shakespeare in love continua a monopolizzare la geografia emotiva della generazione multitasking. Ma il drammaturgo inglese trionfa anche con Amleto, l’eroe del dubbio, in vetta alla classifica dopo la tragedia dei Capuleti e dei Montecchi. E al terzo posto fa un balzo Harry Potter, il supereroe della Rowling, il protagonista di una saga fantasy che campeggia nelle vetrine dei bestseller ma stupisce in cima a un canone letterario, ossia l’elenco di opere ritenute significative per la coscienza di una comunità . Harry Potter che guarda dall’alto l’ossuto lombo di don Chisciotte, sorpassa Ulisse e batte Achille con la sua bacchetta? Solo un mago poteva compiere questo miracolo.
È ricco di sorprese il sondaggio realizzato dall’Università La Sapienza di Roma con il sostegno della Commissione Europea. I risultati saranno presentati oggi a Roma nel corso di un convegno organizzato dal Dipartimento di Studi Europei Americani e dal Ciid (Cooperativa insegnanti d’iniziativa democratica). A 2.483 studenti delle due ultime classi delle superiori sono stati distribuiti dei questionari sulle opere e gli autori ritenuti più importanti nell’ambito della letteratura europea. Ma piuttosto che una risposta critica meditata, le domande sollecitano un’indicazione immediata, proprio per sondare la reale dimestichezza con i testi.
L’idea di fondo – ben spiegata nella lettera indirizzata ai ragazzi – è che il nuovo canone della letteratura europea non possa essere solo il frutto di un’elaborazione “dall’alto”, su iniziativa delle élites intellettuali o politiche, ma debba essere costruito dal basso, con un’ampia consultazione degli allievi oltre che degli insegnanti. Niente gabbie, dunque, né paludamenti. Ciascuno deve rispondere come gli detta la propria sensibilità di lettore, lasciandosi andare al libero gioco delle emozioni, perché la letteratura è anche “amore” e “odio”, “gioia” e “dolore” – le pulsioni più rappresentate dai giovani europei – e una parte dell’indagine prevede una ricognizione sentimentale delle pagine lette.
I risultati? Intanto il trionfo delle passioni forti, con una «componente emotiva di ascendenza romantica», come rileva Roberto Antonelli, studioso di filologia romanza, accademico dei Lincei e artefice di questa seconda mappatura, che segue un primo sondaggio realizzato nel 2007 nelle aule universitarie. «Il modello romantico si conferma nella scelta delle opere: Romeo e Giulietta è di gran lunga al vertice, e Shakespeare l’autore più amato. Ma in questo come in altri casi non dobbiamo sottovalutare l’influenza del cinema». Il grande schermo, declinato sempre con l’amore, sta dietro anche al successo di Orgoglio e Pregiudizio, di cui sono fiorite negli ultimi anni molteplici versioni cinematografiche e televisive: il capolavoro di Jane Austen figura al sesto posto del canone, e la sua eroina Elizabeth Bennet è indicata tra le predilette dagli studenti rumeni come da quelli italiani (mentre Mr. Darcy, opportunamente, segue di molti scalini). Forse non sarà inutile ricordare che tra i giovani consultati è ampia la prevalenza femminile (1503 ragazze contro 980 maschi).
Le differenze tra i paesi? Gli esiti dell’inchiesta sono più espressivi di uno scaffale di saggi sociologici. I tedeschi mostrano grande sicurezza mescolando Harry Potter e Antigone, Pippi Calzelunghe e Lady Macbeth, il fantasy di Christopher Paolini e Werther, sufficientemente attrezzati per spaziare a diverse latitudini, in una vertigine di alto e basso, senza alcun complesso di inferiorità . Mentre i nostri ragazzi rimangono aggrappati al canone scolastico – i poemi epici, Dante, Manzoni – con pochissimi scarti dalla norma: il personaggio più vicino nella contemporaneità è Dorian Gray, che è anche il più votato dai ragazzi, ma è pur sempre un capitolo del programma fatto a scuola. Come se, suonata l’ultima campanella, non ci siano né tempo né curiosità per la lettura. E i rumeni? I più colti di tutti. Viaggiano con grande libertà nella grande letteratura dell’Ottocento – da Bovary a Karenina, da Jane Eyre a Raskolnikov – conoscono bene Shakespeare e si intrufolano nella psicologia complessa di Ibsen e della sua Nora: dovremmo ricordarcene tutte le volte che siamo tentati di formulare giudizi affrettati su quelli, numerosissimi, immigrati in Italia. I più nazionalisti sono invece i portoghesi, che al grande bardo inglese affiancano soprattutto le glorie patrie, da Eca de Queiroz a Saramago e Pessoa. E la loro assenza dai primi dieci titoli – nel canone delle opere – li ha molto delusi.
Dalla cima delle preferenze espresse dai giovani europei scivola via anche l’Italia, e per trovare la Divina Commedia dobbiamo affacciarci all’undicesimo posto. Gli anglofoni, al contrario, la fanno da padroni, tra Shakespeare e Jane Austen, Oscar Wilde e la neolaureata Rowling, mentre i francesi si devono accontentare dei Miserabili e di Madame Bovary, figura che rimane tra le più “cliccate”. Agli spagnoli spetta la rivincita con Chisciotte – che guida indiscusso il canone dei personaggi – e i tedeschi resistono all’ottavo posto con le tentazioni di Faust.
Don Chisciotte e Faust, due miti letterari di un’Europa lunarmente distante da quella delle banche. E in questo universo parallelo di simboli e sentimenti la più lontana dal default sembra proprio la Grecia classica, che con i poemi omerici – entrambi tra i primi dieci titoli del nuovo canone – ci ricorda da dove veniamo e qual è la nostra storia. I ragazzi pur nobilmente distratti da Mercuzio e meno dottamente dalle storie stregonesche di Howgarts danno mostra di non dimenticarlo. E forse l’Europa ricomincia proprio da loro.
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