Eurostar perde la porta a 200 kmh Le Ferrovie: colpa dei No Tav
I tecnici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie hanno già fatto un sopralluogo all’entrata del tunnel della Casella, nei pressi di Chiusi, per capire perché lunedì all’ora di cena un portellone dell’eurostar Roma-Brescia si sia sganciato dalla penultima carrozza, schiantandosi su quella di coda e finendo poi sui binari. Il tutto mentre il treno andava a oltre 200 chilometri orari. Tre le ipotesi su cui lavora l’Ansf: una crepa su uno degli ancoraggi alla carrozza, un errore nel montaggio o una disfunzione alle guarnizioni. Per certo il grave incidente è stato reso noto grazie alla sempre puntuale denuncia dell’associazione dei macchinisti Ancora In Marcia. Quanto a Trenitalia, dopo che la notizia era stata confermata, ha solo segnalato che l’eurostar (il Frecciargento 9482) era partito alle 18.30 con mezz’ora di ritardo a causa delle proteste no Tav, puntualizzando che su alcuni vagoni erano state tracciate delle scritte dai dimostranti. Quasi a ipotizzare un possibile sabotaggio.
Sull’incidente, che solo per un caso non si è trasformato in tragedia, sta indagando la procura senese di Montepulciano. I magistrati si aspettano risposte soprattutto dall’esame della scatola nera. «Di sicuro – osserva il delegato alla sicurezza Dante De Angelis – quando si entra in galleria a quella velocità l’impatto con l’aria è violentissimo. La porta avrebbe potuto sbattere sul parabrezza di un treno che viaggiava in direzione opposta, oppure volare su una casa al lato della ferrovia, o addirittura su una strada». Si fanno sentire anche i macchinisti di Ancora in Marcia: «È un incidente che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto Trenitalia debba lavorare sulla sicurezza. Magari risparmiando su pubblicità e lustrini. Ma anche l’Ansf deve imporre misure più severe per la manutenzione delle porte dei treni».
Obiettivo per niente facile in un’epoca in cui, nella quotidiana lotta fra le ragioni della sicurezza e le «regole» dell’impresa industriale, sono spesso le prime a rimetterci. La settimana scorsa l’Ansf aveva reso noto che nel corso del 2011 si sono verificate 120 «anormalità » a treni Eurostar. Tali da provocare anche alcuni incidenti, seppur meno gravi rispetto a lunedì. Il direttore Alberto Chiovelli aveva anche puntualizzato che grazie alle nuove tecnologie, se utilizzate, qualche piccolo passo avanti in materia di sicurezza c’è stato. Ma i punti critici restano, specialmente sulla manutenzione dell’infrastruttura e dei treni, Eurostar compresi. Intanto però l’articolo 53 del decreto liberalizzazioni definisce «sovraccosti» le risorse per una sicurezza ferroviaria che vada oltre il minimo sindacale. Subordinandola così alla disponibilità di finanziamenti pubblici ad hoc. Pura teoria insomma.
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