È ancora grave «Prevale la pista professionale»

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Il dottor Mario Illengo, responsabile del reparto di Neurorianimazione delle Molinette, non esclude «alcuna evoluzione né in meglio né in peggio. Qualsiasi ipotesi sulla prognosi è aleatoria – ha aggiunto – e l’evoluzione del quadro clinico richiede alcuni giorni per dare indicazioni più precise. Il paziente è ancora in pericolo di vita». Il consigliere comunale dell’Udc, dopo l’intervento che ha rimosso l’ematoma nella scatola cranica, è stato sottoposto a tac spirale e viene mantenuto in coma famacologico.
Intanto, continuano le indagini sull’agguato di via Barbaroux, in pieno centro storico. «Stanno andando bene» ha detto il questore Aldo Faraoni. E sfuma il movente eversivo. «Prevale – ha aggiunto Faraoni – la pista privata e professionale su quella politica».
Si stringe il cerchio intorno all’aggressore, ripreso dalle telecamere dell’Archivio di Stato con un pacco in mano, in testa un casco bianco e addosso un soprabito nero. Le indagini si stanno concentrando su due persone, che avrebbero avuto rapporti professionali con Musy. Il consigliere comunale oltre a essere professore di diritto comparato all’università  del Piemonte Orientale è avvocato civilista esperto di questioni societarie. Con uno dei sospettati avrebbe avuto un rapporto di collaborazione su una consulenza finanziaria, il secondo sarebbe invece coinvolto in un fallimento societario. Gli uffici dello studio legale Musy Bianco & Associati sono stati visitati dalla Digos. Gli investigatori hanno visionato le pratiche relative a una serie di fallimenti giudiziari. 
Perde dunque quota lo spettro del terrorismo riecheggiato per tutta la giornata di mercoledì (con tanto di No Tav chiamati in causa). Lo precisa anche l’ex sottosegretario Gianni Vernetti (Api) amico di Musy e suo grande sponsor per la candidatura alle elezioni: «Sembrerebbe esclusa una pista terroristica. Si pensa che sia un fatto legato alla sua professione. Non si può tuttavia definire Musy come giuslavorista e soprattutto non ha mai ricevuto minacce. Anche sulla Tav non si è mai sovraesposto». 
Che alcuni degli elementi dell’agguato fossero anomali lo avevano fatto notare subito i magistrati con il procuratore capo Gian Carlo Caselli in testa: «Sparare nell’ingresso di un palazzo può ricordare le modalità  usate dai terroristi rossi negli anni ’70. Ma ci sono anche elementi discordanti, rispetto a quel modus operandi, ad esempio che si trattasse di una sola persona. In genere per gli agguati le Brigate rosse si presentavano sempre in due. Almeno in due». Ieri, Caselli e il vicario, Sandro Ausiello, accompagnati dal capo della Squadra Mobile Luigi Silipo e dal capo della Digos Raffaele Petronzi si sono recati al civico 35 di via Barbaroux per un sopralluogo e una visita alla famiglia del consigliere ferito. 
I medici spiegano ancora: «Si prosegue nella stabilizzazione dei parametri vitali cardiorespiratori che al momento mantengono valori normali grazie al supporto farmacologico per il circolo e alla ventilazione meccanica». Il prossimo bollettino sarà  diramato questa mattina alle 12. 
All’ospedale Molinette, ieri, è tornata la moglie di Musy, Angelica Corporandi d’Auvare, che non si dà  pace: «Non riesco a immaginare chi possa essere stato a colpire uno come lui. Alberto è un uomo mite, ottimista ed entusiasta. È impossibile pensare che possa avere nemici».


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