E adesso Sarkozy vuole un Patriot Act francese

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Sarkozy vuole un Patriot Act alla francese, dopo i tragici fatti di Tolosa e Montauban. Ieri, nella dichiarazione realizzata dall’Eliseo in seguito alla morte di Mohamed Merah, il presidente-candidato ha annunciato «misure per lottare contro l’apologia di estremismo». Sarà  «punito penalmente chi consulta in modo abituale siti Internet che fanno l’apologia del terrorismo» e anche chi «va all’estero per seguire attività  di indottrinamento». 
Verrà  anche punita la «propagazione di idee fondamentaliste in carcere». Nel discorso che doveva mettere la parola fine ai tragici fatti di Tolosa e Montauban, il presidente ha di nuovo indossato i vestiti del candidato e lanciato l’offensiva sulla sicurezza. Criticato aspramente da Marine Le Pen, la prima ad aver aperto le ostilità  contro «il lassismo del governo» e a chiedersi ad alta voce se «i servizi segreti hanno adottato tutte le precauzioni del caso», Sarkozy ha contrattaccato con un giro di vite securitario.
La campagna riparte e le ostilità  riprendono, dopo una tregua, tutta di facciata, durata lo spazio della tragedia in corso. Sarkozy, che ha cercato di approfittare della sua posizione di presidente di tutti i francesi, adesso deve difendersi dagli attacchi di Marine Le Pen, che accusa i servizi segreti e il governo di lassismo. Già  per ieri sera, al primo meeting del dopo Tolosa, aveva preparato un discorso «offensivo». Sarkozy deve anche proseguire la battaglia contro Hollande: la carta dell’accusa di «angelismo» della sinistra è considerata vincente. Lo staff di Sarkozy elenca le leggi «securitarie» che il Ps non ha votato: la legge contro il burqa, la diffusione massiccia della video-sorveglianza, le schedature di massa anche attraverso la nuova carta di identità  biologica, le pene minime obbligatorie, il fermo di polizia. Gli alleati Verdi di Hollande sono accusati di essere favorevoli al «comunitarismo». 
Jean-Franà§ois Copé, segretario dell’Ump, è stato il primo a partire all’attacco di Hollande, rompendo la tregua già  mercoledì sera, prima della conclusione dell’assalto all’abitazione di Merah. «Questo dramma – ha detto Copé – rafforza la nostra totale determinazione a continuare a lottare contro tutte le forme di fondamentalismo e d’integralismo di cui, sfortunatamente, alcuni al Ps e nei Verdi hanno così sovente negato la pericolosità ». 
Hollande mantiene ferma la linea della moderazione, della calma. La sua speranza è che Sarkozy perda il vantaggio acquisito in questi giorni, ricadendo nell’aggressività  abituale e mostrandosi come sempre poco «presidenziale». Nella prima dichiarazione, dopo la morte di Merah, il candidato socialista ha affermato: «La Repubblica è sempre più forte, lo ha dimostrato». Poi ha aggiunto, in polemica con il giro di vite proposto da Sarkozy, che «non dobbiamo perdere nulla dei nostri valori nella lotta contro il terrorismo». Secondo il Ps, «non saranno le misure proposte da Sarkozy a risolvere i problemi della Francia». 
In Francia alcune inchieste hanno sbandato durante la presidenza Sarkozy, prima tra tutte quella contro il gruppo di Tarnac, dei militanti di sinistra accusati senza prove di aver fatto degli attentati ai treni. Durante le tragiche giornate di Tolosa, Hollande ha cercato di svolgere un ruolo di presidente-bis, per comunicare l’impressione di essere all’altezza della situazione. Adesso, per Hollande il problema è che la campagna non si chiuda nell’angolo del dibattito sulla sicurezza e l’ordine pubblico, in un testa a testa tra Sarkozy e Marine Le Pen, con una deriva sempre più a destra. Si vedrà  nei prossimi giorni se Hollande riuscirà  a riportare il dibattito sui temi economici e sociali, la prima preoccupazione dei francesi, e a mantenersi in testa nei sondaggi. 
«Non c’è posto in questo paese per una guerra di religione» ha affermato Jean-Luc Mélénchon del Front de gauche. Mélénchon ha avuto l’abilità  di utilizzare la polizia francese per fare l’elogio dei servizi pubblici: «Una polizia repubblicana disciplinata e non delle officine private che vediamo pullulare da tutte le parti». Per Mélenchon, anche la polizia deve far parte di uno «stato in Francia» che «non sia solo mercato». Europa Ecologia, già  in difficoltà , rischia di essere ancora più schiacciata da una polemica sulla sicurezza. Non è piaciuto ai Verdi l’intervento di Eva Joly, che con troppa precipitazione per alcuni ha criticato apertamente Sarkozy e la «stigmatizzazione» degli immigrati, mentre l’ala antimilitarista ha trovato inopportuna la presenza della candidata al funerale dei militari a Montauban, mercoledì.


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