Draghi: ora tocca a governi e banche «Ripresa graduale già quest’anno»
Sottolineando che la recente iniezione di liquidità da 530 miliardi a 800 banche — oltre a quella da 490 miliardi a 530 banche effettuata in dicembre — ha «evitato rischi estremi» per la zona dell’euro. E nelle prossime settimane, oltre ai «segni di un ritorno della fiducia» e di miglioramento dei mercati, l’ex governatore di Bankitalia si attende «un ulteriore effetto di stabilizzazione dei mercati e soprattutto dell’attività creditizia», già in lieve crescita nel mese di febbraio. La Bce ha dunque «fatto la sua parte», e ora secondo Draghi «la palla passa ai governi e alle banche», esortandoli, nonostante i progressi compiuti da alcuni Paesi, a proseguire con «urgenza» nel risanamento dei conti pubblici, nelle riforme, e nel riequilibrio dei bilanci, per migliorare le prospettive di crescita.
E questo perché, l’attività economica, in via di «stabilizzazione», dopo un quarto trimestre difficile, conoscerà quest’anno una ripresa «molto graduale», ma con rischi ancora «di ribasso», per le gravi incertezze nei mercati. Per questo lo staff della Bce prevede per il 2012 un calo del pil, pari allo 0,1% (contro lo 0,3% di dicembre), e una crescita dell’1,1% per il 2013.
Secondo molti economisti, servirebbe un ulteriore taglio del costo del denaro. Ma il Consiglio direttivo ha lasciato i tassi invariati all’1%, senza discutere un ritocco, in quanto l’inflazione, secondo le stime della Bce, rimarrà nel 2012 intorno al 2,4% (contro il 2% di dicembre), a causa del caro-petrolio e delle imposte indirette, e calerà all’1,6% nel 2013. Inoltre, il numero uno della Bce ha attenuato il dibattito sollevato dalle critiche del capo della Bundesbank Jens Weidmann, ridimensionando i rischi derivanti dai maxi-prestiti (ben gestiti e inferiori a quelli assunti in Usa e Gran Bretagna). «Siamo nella stessa barca, e non c’è nulla da combattere o da guadagnare», da un dibattito pubblico al di fuori del Consiglio, ha detto il presidente Bce.
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