Dove va il Belpaese? Il destino di una nazione nell’universo globale Il calendario completo degli incontri
C oncluse le celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, è tempo di guardare al futuro, ma sempre in prospettiva storica. Questo è il senso del nuovo ciclo, il quarto, delle «Lezioni di storia» organizzate a Milano dall’editore Laterza e promosse dall’amministrazione comunale di Palazzo Marino, in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera e i padri domenicani del Centro culturale alle Grazie. Il tema della serie di nove conferenze, che parte il prossimo 11 aprile, è «L’Italia dopo l’Italia». E può essere letto in due modi diversi: uno prevalentemente fiducioso e l’altro più preoccupato.
Lo ha spiegato ieri Giuseppe Laterza, nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa: «Non a caso — ha osservato l’editore — il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiuso le celebrazioni dell’Unità nazionale parlando dell’Europa. Ma come arriva l’Italia all’appuntamento con un mondo sempre più connesso e integrato, a partire dalla costruzione europea? È in grado di offrire a questi processi un contributo positivo, fondato su un’identità forte, oppure c’è il pericolo che si chiuda in se stessa, magari frammentandosi e lacerandosi secondo la logica miope degli egoismi territoriali?».
Se si guarda alle tendenze prevalenti in un campo rilevante come quello del cinema, ha sostenuto Paolo Mereghetti, che terrà il 2 maggio una lezione sull’Italia di celluloide, non c’è da stare molto allegri: «I film dei nostri registi — ha rilevato — hanno sempre avuto una forte connotazione territoriale, ma un tempo anche le commedie all’italiana indicavano una sorta di idealità morale cui indirizzare i comportamenti collettivi del Paese, mentre oggi mi sembra che quella trama di un progetto unitario sia andata in gran parte perduta».
Una nota più ottimistica è venuta dal presidente della Fondazione Corriere della Sera, Piergaetano Marchetti: «Il centocinquantesimo dell’Unità d’Italia ha visto il Paese prendere una maggiore coscienza della propria identità storica, pur nella constatazione che essa si è formata attraverso una somma e una sintesi di diversità . Un segnale positivo è che si avverte tra la gente la voglia di pensare in grande, di discutere su temi di alto profilo, come dimostra il perdurante successo delle Lezioni di storia».
In effetti le scorse edizioni hanno visto sempre gremita di pubblico la splendida cornice della basilica di Santa Maria delle Grazie, dove anche quest’anno le conferenze (tutte introdotte da Chiara Continisio) si terranno, sempre al mercoledì e sempre alle ore 21 della sera, per nove settimane di seguito fino al 6 giugno. «Si tratta di un appuntamento ormai tradizionale, che ha il grande pregio di mettere in rapporto le vicende storiche con i problemi contemporanei, offrendo spunti di riflessione molto utili» ha osservato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Stefano Boeri.
Sarà lo storico Emilio Gentile, con un intervento su italianità e nazione, ad aprire l’11 aprile la serie di lezioni, che anche quest’anno può contare su sponsor importanti: a Bnl Gruppo Bnp Paribas e alla Pirelli, si è aggiunta un’altra azienda di livello internazionale come Flos, specializzata nel campo dei prodotti e sistemi d’illuminazione. D’altronde proprio alle vicende dell’industria e più in generale del made in Italy sono dedicate le due conferenze del ciclo affidate a voci femminili. Il 25 aprile Emanuela Scarpellini si soffermerà sui consumi degli italiani nel dopoguerra, dalla Lambretta al telefono cellulare, mentre il 9 maggio Barbara Stefanelli analizzerà «ascesa e declino» del nostro Paese nei settori della moda e del design.
Si parlerà anche del sistema politico italiano e delle sue anomalie, evidenziate dal declino del bipolarismo su cui si era fondata la cosiddetta Seconda Repubblica: a occuparsene sarà il direttore del «Mulino», Michele Salvati, nella sua conferenza del 18 aprile su destra e sinistra. Sull’emigrazione italiana all’estero, nelle svariate forme che ha assunto dall’unificazione fino ad oggi, interverrà invece il 23 maggio Gian Antonio Stella, mentre Giovanni Bianconi (il 30 maggio) passerà in rassegna le varie componenti della pesante emergenza criminale che caratterizza ormai da diversi anni il nostro Paese: la delinquenza comune, il terrorismo, la corruzione diffusa, le varie forma di mafia.
Forse però il tema più delicato e cruciale resta quello del rapporto tra governanti e governati. Secondo il presidente del Censis Giuseppe De Rita, che terrà la lezione del 16 maggio, in Italia si può parlare addirittura di un «primo e secondo popolo». In modo più specifico sulle caratteristiche della classe dirigente, tra «poteri esclusivi e poteri diffusi» si soffermerà il direttore del «Corriere della Sera» Ferruccio de Bortoli nella conferenza conclusiva, in programma il 6 giugno prossimo.
Nel complesso la serie d’incontri configura una sorta di check up delle condizioni in cui si trova il nostro Paese in una fase difficile e complessa: i pericoli più gravi sembrano essersi allontanati, ma non si sono affatto dissolti, sia per i mali strutturali che ci affliggono sia per i riflessi di una congiuntura internazionale quanto mai critica. Riflettere sul ruolo dell’Italia, in un contesto che vede crollare molte certezze del passato, è senza dubbio il modo migliore per non farsi prendere alla sprovvista dal futuro.
11 aprile
Emilio Gentile: «Italianità e nazione: la parabola dell’Unità »;
18 aprile
Michele Salvati:
«Destra e sinistra tra passato e futuro»;
25 aprile
Emanuela Scarpellini:
«I consumi dalla Lambretta al cellulare»;
2 maggio
Paolo Mereghetti «L’identità italiana al cinema: da I soliti ignoti a I soliti idioti»;
9 maggio
Barbara Stefanelli:
«Moda e design: ascesa e declino del
made in Italy»;
16 maggio
Giuseppe De Rita:
«Primo e secondo popolo: la società e le sue trasformazioni»;
23 maggio
Gian Antonio Stella «Italiani dentro
e fuori i confini»;
30 maggio
Giovanni Bianconi:
«L’emergenza criminale: dalle rapine al terrorismo, dalla mafia alla corruzione»;
6 giugno
Ferruccio de Bortoli
«La classe dirigente: poteri esclusivi
e poteri diffusi».
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