by Editore | 8 Marzo 2012 9:08
MILANO – All’asta, prezzo base 4,6 milioni, i vigneti d’Amarone in Veneto. In vendita, valore stimato 577mila euro, lama, volpoche, fenicotteri e il simpatico canguro wallaby dello zoo ricavato sotto il cupolone del San Raffaele per un fantomatico progetto di pet-therapy. In saldo l’aereo aziendale, incasso previsto 7,8 milioni, l’ospedale e l’università – già opzionati per 405 milioni dal gruppo Rotelli – oltre al pirotecnico catalogo di immobili (ville abusive in Sardegna, hotel di lusso in Costa Smeralda, appartamenti in mezza Italia e persino un resort con piscina tra i cocchi sulla costa brasiliana) messo assieme da Don Luigi Verzè.
A un anno dal crac dell’impero del prete-manager scomparso lo scorso 31 dicembre, i commissari si preparano a liquidare i cocci del suo ex-gruppo. In dodici mesi hanno catalogato beni (molti) e debiti (di più) del sacerdote di Illisi, districandosi tra bilanci opachi, ambulatori hi-tech ed eredità last-minute. Obiettivo: salvare la parte buona – le strutture sanitarie e l’ateneo – e trovare un compratore per le disastrose attività collaterali, dall’aviazione alla coltivazione di uva senza semi, volute dal Don. Il risultato è il bilancio finale del crac aggiornato alla scorsa settimana: terreni e immobili sono stati svalutati da 470 a 195 milioni. E gli incassi previsti dall’asta sul lascito terreno di Don Verzè (710 milioni) non basteranno a coprire i debiti (953 milioni) delle sue aziende.
L’ex stalla da 7 milioni
Ospedali a parte, il vero tesoretto scovato dai liquidatori è il piccolo regno turistico-agricolo messo assieme un pezzo alla volta dalla Fondazione Monte Tabor. In primis Casa Rossa, villa con piscina «ad uso abitativo del presidente», precisa la nota dei commissari, costruita vicina all’erigendo centro medico di Olbia. Valore previsto, compresi i 347mila metri di terreno annessi, 7,9 milioni. Piccolo particolare: al catasto del Comune di Olbia – che ha già avviato un procedimento per abuso edilizio – l’edificio è catalogato come “fattoria per ricovero di animali” (leggi stalla).
Per le vacanze esotiche, invece, i dirigenti del San Raffaele avevano a disposizione il pied-a-terre di Conde, sulla costa Atlantica 170 km a nord di Salvador de Bahia, all’asta per 5,7 milioni. Cinque bungalow, una club house (serve sempre) più immancabile piscina e 700mila metri quadri di giardino dove funziona una lussureggiante piantagione di cocco.
Un Amarone in rosso
Le radici contadine di Don Verzè rispuntano a Illisi: dieci ettari di olivi e vigneti da cui arriva il prestigioso amarone “Monte Tabor”, in vendita in enoteca a 50 euro a bottiglia. Una delizia cronicamente in rosso (purtroppo per le finanze della Fondazione) anche sul fronte dei conti. Otto milioni invece è l’incasso previsto dalla cessione dell’Hotel Don Diego, 52 camere in Sardegna vista Tavolara mentre i mille ettari coltivati a mango e uva senza semi comprati dal prete-manager nel Pernambuco (Brasile) saranno girati al socio Roberto Cusin per un euro, purchè si faccia carico dei 16 milioni di debiti accumulati su questo business.
A parziale consolazione dei Commissari sono spuntati una serie di lasciti in beneficienza al San Raffaele utili a tappare almeno un parte del buco. Appartamenti nel centro di Milano, cascine in Brianza e – ultimi arrivati alla fine di dicembre – 4 milioni di euro in titoli di stato e otto case tra Genova e Pegli ereditati da una generosa donna ligure.
I guai dell’ospedale
La relazione dei liquidatori misura in cifre anche le difficoltà dell’Ospedale San Raffaele, penalizzato dalla bufera giudiziaria-finanziaria che ha finito inevitabilmente per condizionare anche l’attività quotidiana. Il bilancio gennaio-novembre 2011 si è chiuso con un buco operativo di 51 milioni e una perdita netta di 77 su 459 milioni di fatturato. In questo periodo sono stati incassati rimborsi per 55 milioni dalla regione Lombardia, e 14,2 milioni dal ministero della Salute.
I debiti verso i fornitori sono saliti nel frattempo al 31 novembre a 675 milioni. La patata bollente però passerà ora direttamente nelle mani di Rotelli.
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