Convenzione per la scuola bene comune

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Un’intera giornata di discussione, base la «Carta dell’Urlo della scuola bene comune», con l’obiettivo esplicito di portare a casa la legge «Per una buona scuola della Repubblica» che giace in parlamento dal 2009, affiancandola ad un’altra che finora ha subito identico trattamento, quella per l’acqua pubblica. Non a caso l’apertura della giornata è stata affidata proprio a un videomessaggio di Alex Zanotelli, promotore d’eccezione del referendum di giugno. Accanto a lui Costanza Boccarda, mamma di Napoli e «militante» di entrambe le battaglie, ha mirabilmente spiegato il percorso che ha portato a una simile mobilitazione. Un percorso che ha rimesso al centro le relazioni e su quelle ha costruito quell’alternativa che si chiama «bene comune». Proprio questo percorso e soprattutto la resistenza dei valsusini sono stati portati ad esempio per tutta la giornata. Battaglie su cui ricucire un terreno condiviso che non può più essere rimandato, e che pone il problema dell’«autogoverno», citato in molti interventi. A poca distanza gli universitari giunti a Bologna da tanti atenei spiega al manifesto Francesca Coin, sociologa dell’Università  di Bologna – con l’intento di rimettere al centro il diritto allo studio, contro la stessa logica che sta portando alla distruzione dell’università  pubblica attraverso tagli e privatizzazione. «I decreti 436 e 437 varati in questi giorni sulla riduzione del personale accademico e sulla chiusura di alcuni atenei sono al centro della discussione perché – fa sapere – sono parte integrante della logica di precarizzazione che rende le università  un bacino per un mercato del lavoro senza diritti». Infatti anche «la proposta, che giriamo all’assemblea della scuola, di un controsondaggio sul valore legale del titolo di studio per contrastare quello lanciato dal ministro Profumo, va in questa direzione». Diritto allo studio e diritto al lavoro come questioni inscindibili, così come disegnati dalla Costituzione. Ed è su questa che si appunta un’altra proposta della giornata: un referendum per bocciare la legge 62/2000 di Berlinguer, che promuove le scuole paritarie aprendo così al finanziamento alle scuole private. Questa sarà  la prima iniziativa che la Convenzione metterà  in piedi, con una «casa nazionale» e un «quaderno di lavoro» comuni e voluti all’unanimità  dalle due assemblee.


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