Condannata per un caso di razzismo la banca nata per gli extracomunitari

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Due anni fa, in occasione dell’apertura in via Pergolesi, nel nome del processo di integrazione persino il presidente Giorgio Napolitano aveva mandato il suo augurio a Extrabanca, “la prima banca dedicata prevalentemente, ma non esclusivamente, ai cittadini stranieri residenti in Italia”, si legge sul sito. Invece Extrabanca è stata condannata per razzismo ai danni di un dipendente di origine senegalese.

L’ordinanza è stata firmata dal giudice del tribunale del lavoro Fabrizio Scarzella e costituisce la prima condanna in Italia in sede civile per molestie razziali sul luogo di lavoro ai sensi dell’articolo 2 comma 3 del decreto legislativo 215 del 2003 sulla parità  di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza. Ad avviare la causa, assistito dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, è stato un impiegato dell’ufficio crediti di Extrabanca candidato ma non eletto alle ultime elezioni comunali nella ‘Lista civica per Pisapia sindaco’.

Un italiano di origine senegalese che proprio in occasione della sua candidatura si è sentito rivolgere insulti razzisti dal presidente e da un dirigente dell’istituto di credito. Scarzella ha condannato per discriminazione l’istituto di credito, imponendo di risarcire il dipendente con 5mila euro e di divulgare la sua decisione tra gli altri dipendenti, invitandoli ad astenersi, nei rapporti tra colleghi e nelle riunioni di lavoro, da simili comportamenti.

Extrabanca rigetta l’accusa di comportamento discriminatorio dopo la condanna e in  una nota precisa: “Il provvedimento sarà  immediatamente appellato in quanto del tutto ingiusto”.


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