Claudio libero, Paolo resta «Eravamo insieme, sta bene»

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BHUBANESWAR (India) — Undici giorni nelle mani dei maoisti dell’Orissa: finalmente, ieri mattina, Claudio Colangelo è stato liberato dai guerriglieri. Ha perso peso — il problema principale era il caldo, ha dichiarato — ma sta bene, non ha mai avuto problemi di malaria, come invece era stato detto. Contento, felice anzi di rivedere presto moglie e figli — «Voglio tornare in Italia appena possibile» — ma anche con un’ombra sul volto che per tutta la giornata di ieri non gli è scomparsa: l’altro italiano sequestrato, Paolo Bosusco, è ancora nelle mani dei maoisti-naxaliti, i quali per liberarlo chiedono al governo dell’Orissa di soddisfare almeno due delle 13 richieste politiche che hanno avanzato. «Paolo sta bene — ha detto appena rilasciato —. Anche il morale è abbastanza alto. Spero che i rapitori capiscano che Paolo non ha niente a che fare con le loro accuse».
A provocare il rilascio, non è stato alcuno scambio: «Un atto di buona volontà », ha fatto sapere il leader dei rapitori, Sabyasachi Panda. In realtà , per il capo maoista della zona la situazione nelle ultime ore si era messa male, isolato e stretto tra il governo che gli chiedeva di liberare gli ostaggi e i suoi stessi dirigenti che non hanno condiviso l’iniziativa di rapire due stranieri. Sotto pressione, Panda ha fatto un passo, la liberazione di Colangelo, che ora ha tutte le possibilità  di portare anche al rilascio di Bosusco.
Colangelo è stato consegnato da Panda stesso a tre giornalisti indiani, i quali erano stati contattati venerdì dai maoisti e si erano recati nella regione di Kandhamal, nel centro dell’Orissa, giungla montuosa, dove era avvenuto il rapimento. Sabato mattina sono stati condotti all’accampamento mobile del leader, dove Panda ha dato loro un’intervista, durante la quale ha «concesso» la liberazione di Colangelo. Domenica mattina, dopo una lunga camminata, i giornalisti, i cameramen, alcuni maoisti che li scortavano e l’italiano sono arrivati alle auto che li aspettavano e sono tornati nel mondo libero. «Durante tutto il tempo, sono stati molto gentili con noi — dice Colangelo —. Persino quelli che io chiamo ragazzi e ragazze, giovanissimi, militari e non, sono stati gentilissimi». Il ricercatore laziale ha raccontato di essere stato per gli undici giorni sempre assieme a Bosusco, che hanno dormito in tende e si sono spostati continuamente. Adesso si apre la trattativa per la liberazione di Paolo Bosusco, la guida, l’organizzatore del trekking fatale, che vive tra Italia e India da quasi vent’anni. I maoisti chiedono, in cambio della sua liberazione, due cose (dalle 13 che avevano avanzato inizialmente): la scarcerazione di alcuni prigionieri politici, compresa la moglie di Panda, Mili, e l’incriminazione di alcuni poliziotti che loro ritengono coinvolti in violenze e torture verso contadini. Ci sarà  una trattativa con il governo, non facile: la ruota della liberazione, però, sembra ormai in moto.


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