by Editore | 6 Marzo 2012 10:35
Tutti abbiamo ricevuto da questa esperienza un indimenticabile arricchimento e la consapevolezza del ruolo dei metalmeccanici per un movimento sindacale e operaio al servizio dei lavoratori e della loro emancipazione, per l’affermazione della democrazia a tutti i livelli. Ci appare pertanto oggi di straordinaria gravità l’attacco cui sono sottoposti i lavoratori e le lavoratrici e la Fiom, sul piano dei diritti civili, sociali e contrattuali, delle libertà sindacali e della democrazia.
Dagli accordi separati su contratti nazionali privi di verifica democratica, al gravissimo art. 8 della legge 148 del 14 settembre 2011, ai diktat imposti dalla Fiat, sino all’attacco in corso all’art. 18 dello Statuto, si configura un quadro che priva i lavoratori e le lavoratrici di diritti e certezze contrattuali.
Questo attacco mira a impedire che si costituiscano libere rappresentanze, che i lavoratori e le lavoratrici possano esercitare la solidarietà e praticare un’idea confederale di sindacato; si vuole impedire loro di far valere un autonomo punto di vista sulla loro condizione e sulle risposte da dare alla crisi.
In sostanza si vuole che i lavoratori all’interno del luogo di lavoro si considerino in guerra gli uni contro gli altri e che ognuno, sotto il ricatto di cui è vittima nella sua specifica condizione lavorativa, sia costretto ad adeguarsi a tale situazione. Per questa via si nega il ruolo fondamentale del conflitto sociale, indebolendo così la coesione sociale. Come sempre è accaduto nel nostro paese, l’attacco alla democrazia nei luoghi di lavoro ha anticipato una più generale crisi democratica come quella che stiamo vivendo nella gestione della crisi. Ciò che è nuovo è il grado di scasso delle regole democratiche che, nella storia della Repubblica, non ha precedenti, nemmeno nei momenti più drammatici.
Nel mentre quindi rileviamo lo straordinario valore della battaglia della Fiom e dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccaniche nell’opporsi alla deriva in atto, sentiamo il dovere di impegnarci affinché le ragioni di tale opposizione divengano sempre più consapevolezza generale sia per il movimento sindacale sia nell’insieme della società italiana. Nell’ambito delle molteplici iniziative che si stanno sviluppando a sostegno della Fiom con questo appello vogliamo impegnarci personalmente per contribuire a impedire che la grave situazione economica e sociale sia utilizzata come pretesto per rinunciare a una democrazia piena, ai diritti dei lavoratori e alle libertà sindacali, il cuore della nostra Costituzione.
Per questo ci costituiamo in coordinamento «Amici e amiche della Fiom» e ci sentiamo impegnati a promuovere iniziative territoriali che preparino un’iniziativa nazionale a sostegno della Fiom nella battaglia per affermare democrazia e diritti nel lavoro e nella società . L’attacco alla Fiom è inoltre esercitato con il ricatto sulle risorse economiche, sia quelle necessarie a sostenere e promuovere iniziative come la manifestazione nazionale del 9 Marzo, sia attraverso la progressiva negazione, a partire dalla Fiat, degli spazi e dei diritti per le attività sindacali. Basti ricordare la chiusura delle sedi sindacali Fiom interne alle aziende, la non concessione delle ore di permesso per i delegati e per le assemblee, il venir meno delle quote contrattuali e della raccolta delle trattenute aziendali delle quote degli iscritti Fiom.
Per questo il nostro appello è rivolto alle donne e agli uomini interessati a sostenere anche finanziariamente questa lotta per la democrazia e i diritti. Sottoscriviamo e invitiamo a sottoscrivere un contributo a sostegno delle iniziative della Fiom con una quota mensile di almeno 10 euro per tutto l’anno in corso.
Per sottoscrizione: bonifico bancario, Iban: IT 33 O 03127 05011 000000000259; C/o Unipol banca, Filiale 157 – Via Messina, 24 – 00198 Roma (Rm). Intestato a: Fiom-Cgil nazionale. Causale: «Io sostengo la Fiom-Cgil».
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2012/03/ci-stiamo-giocando-la-democrazia/
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