Caselli contestato a Palazzo Marino Pisapia: «Violenza non accettabile»
Chi protesta è «squadrista». Un’occupazione simbolica risolta con la pratica di farsi trascinare via di peso è «un atto di squadrismo». Sono tempi difficili. Il potere, chiunque si trovi nelle condizioni di esercitarlo, non conosce mezze misure. E questa è una violenza che purtroppo ammutolisce. Ieri, venti ragazzi del centro sociale Il Cantiere hanno «occupato» Palazzo Marino perché si sarebbe dovuto tenere – e si è regolarmente tenuto – un incontro con il procuratore capo Giancarlo Caselli, il quale, tra le tante e meritorie cose, è anche titolare dell’inchiesta che due mesi fa ha portato all’arresto di alcuni militanti No Tav. Anche qui, a San Vittore.
Fino a decreto legge contrario, è ancora lecito protestare. E farsi trascinare di peso non è un atto di terrorismo e neppure incitamento all’odio. Allora è mai possibile che per una rumorosa messainscena tra quasi amici – gli occupanti hanno parlottato a lungo con il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo – alcuni politici, o autorevoli opinionisti, perdano il senso delle proporzioni? Emanuele Fiano (Pd), che ricopre la delicata carica di responsabile sicurezza del suo partito, parla di «atto squadrista». E Sandra Bonsanti, esponente di Libertà e Giustizia, chiamata al convegno organizzato dall’Anpi, si dice d’accordo: «Chiamiamoli squadristi». Tanto basta per spaventare Pisapia: «Nessuno pensi di intimidirci con atti di violenza e sopraffazione. Il libero confronto democratico e la partecipazione dei cittadini alla vita della città e al dibattito sono valori irrinunciabili che difenderemo da chi cerca provocazioni e risse». I ragazzi del Cantiere, studenti a volto scoperto, conosciuti da tutti, sono entrati nel cortile con uno striscione che le cronache hanno definito «contro l’Anpi». Diceva: Non usate la memoria dei vecchi partigiani contro i partigiani di oggi. Da che parte soffia il vento?. Poi si sono seduti al tavolo dei relatori con bandiere No Tav e vecchie foto di partigiani con la scritta Mio nonno me l’ha insegnato, resistere non è reato. Baccano, imbarazzo, forse lesa maestà visto che hanno fatto irruzione in un luogo istituzionale, ma di «violenza inaccettabile» non c’è traccia. Solo il presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, non si è unito al coro esagitato invitando i ragazzi a partecipare al convegno. Di fronte al rifiuto ha precisato che la protesta dei militanti No Tav è «legittima» perché «tutti sono liberi di parlare». Detto questo, «il convegno si fa, speriamo che se ne vadano pacificamente». Profetico. Il procuratore Caselli è stato accolto nella sala Alessi con un applauso: «Una sala così piena è un’affermazione di democrazia», ha detto. E se è possibile contestarla, lo è ancora di più.
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