by Editore | 26 Marzo 2012 3:00
ROMA – La Cgil è pronta allo sciopero generale che «potrebbe arrivare alla fine di maggio». Lo annuncia in tv il segretario generale, Susanna Camusso, che poi invita il premier Monti ad «avere la forza di tornare indietro» sull’articolo 18. «Ha sbagliato clamorosamente» e «generato ansia», incalza la Camusso. Ma la partita non è chiusa e la Cgil «premerà sul Parlamento che non può essere impermeabile al Paese e alle sue tensioni». La soluzione è ripristinare «il reintegro in tutte le tipologie di licenziamento», come nel modello tedesco, la proposta che aveva unito i sindacati, ma «poi sparita dal tavolo quando il governo ha deciso di forzare».
Una Camusso a tutto campo, intervistata da Lucia Annunziata a In mezz’ora, attacca il governo «indebolito» e incapace di creare «un posto di lavoro che sia uno». Parla di «accanimento» nei confronti dei lavoratori, di «amarezza ed esasperazione crescenti per assenza di prospettive». Chiede alla Confindustria entrata nell’era Squinzi di «abbassare i toni», dopo quelli «molto sbagliati» della Marcegaglia sulla fine dell’articolo 18. Racconta le ore più dure della trattativa, quando a sorpresa Monti dice ai sindacati che «questo è l’ultimo incontro» e illustra la soluzione del governo sull’articolo 18. «Mi sono ritrovata all’improvviso da sola a sostenere il reintegro in tutti i casi senza capire il perché». Da quel momento, il governo non si è spostato più «nemmeno di un passo». Il testo è arrivato solo l’ultimo giorno, «quando gentilmente me l’ha dato Confindustria», svela ancora la Camusso che poi boccia con una bella «insufficienza» l’operato di Monti. «Ha dato per acquisito che qualcuno non ci sarebbe stato, a partire dalla Cgil. Ma ha sbagliato i calcoli credendo di ricavarne più forza». Un peccato, visto che «la discussione sugli altri capitoli ha avuto alti e bassi, ma c’era comunque un atteggiamento positivo». Ribadisce «il dissenso di fondo» della Cgil sui licenziamenti illegittimi, per lo più solo indennizzabili. «Un’ingiustizia», scandisce la Camusso. «Una cosa inutile e sbagliata». Sul pericolo di una deriva anni ’70 nelle fabbriche, conclude la leader Cgil, «dobbiamo avere tutti la massima vigilanza», ma «non vediamo elementi che ci riconducano a quel periodo».
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