Camusso: «Sciopero generale a fine maggio»
Ammettiamo senza problemi che, con la sua intransigenza a non voler trattare con i sindacati sull’art.18, «Monti ha generato ansia fra i lavoratori che ora pensano vi sia dell’accanimento», come ha detto Camusso. «Accompagneremo il percorso parlamentare e lo sciopero quindi potrebbe arrivare anche a maggio», ha detto da Lucia Annunziata, in Mezz’ora. Frase per nulla chiara, mentre anche la Uil – ma non la Cisl – sembra pressata dai propri metalmeccanici con obiettivo uno sciopero. Dev’essere contagioso: se non ti opponi ora, non esisti più. È comprensibile. Ma allora, perché non indire una data? Il percorso parlamentare può cambiare ogni momento, lo sappiamo tutti. Una settimana o un mese, per una «riforma» così, non cambia poi molto. L’effetto sociale (quello economico non esiste, se non nella propaganda «padronale») si vedrà sul periodo medio-lungo. Certo, c’è un partito in sofferenza: che non può votare «sì» alla riforma senza perdere il consenso di buona parte della sua base sociale, e non può votare «no» senza far cadere il governo. L’impressione è: a maggio ci sono le amministrative, poi, forse, lo sciopero generale.
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