by Editore | 23 Marzo 2012 8:34
WASHINGTON – Prigioniero di Facebook, vittima dei social network, Michael Bloomberg, il sindaco della più grande città americana si arrende. Non è più possibile governare e programmare nell’assedio di questi referendum istantanei scatenati in Rete che contestano ogni decisione. «Sono soffocato dai social network che non mi lasciano lavorare» lamenta Bloomberg, divenuto l’apprendista stregone prigioniero delle scope elettroniche che lui stesso ha creato e ora gli si rivoltano contro.
Eppure Bloomberg che oggi fa la vittima, deve fortuna e potere all’elettronica, alle reti di computer, alla comunicazione istantanea delle informazioni finanziarie e dei listini di Borsa per gli operatori di Wall Street che creò 30 anni or sono, ma la sua stregoneria gli è sfuggita di mano. Facebook, Twitter, sms, «lanciano referendum istantanei su ogni decisione presa e annunciata» e riducono la complessità del governo di una metropoli al «semplicismo di reazioni immediate», pro o contro, piace o non piace.
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