by Editore | 9 Marzo 2012 9:37
Secondo la versione ufficiale, standard in questi casi di riscatto andato male, ad uccidere gli ostaggi sono stati i rapitori che li tenevano sotto sequestro. Siano stati i «loro sequestratori», siano state le «forze di sicurezza nigeriane» che hanno dato l’assalto o «le truppe speciali britanniche» che le appoggiavano nel raid, sta di fatto che i due ostaggi anziché liberati, sono stati uccisi. Uno era italiano, Franco Lamolinara; l’altro inglese, Christopher Mc Manus. Erano stati sequestrati dieci mesi fa, il 12 maggio 2011 a Birnin Kebbi, capitale dello Stato di Kebbi, nord-ovest della Nigeria.
A darne notizia è stato il premier britannico David Cameron, che ieri pomeriggio ha telefonato a Mario Monti per dargli la notizia del blitz, della sua tragica conclusione ed esprimergli «il profondo cordoglio», che Monti ha girato alla moglie di Lamolinara, Anna, residente a Gattinara, nel vercellese.
Franco Lamolinara, 48 anni, era ingegegnere che lavorava in Nigeria da più di 10 anni. Dipendnte dalla società di costruzioni «Stabilini Visinoni Limited», era impegnato, come il suo collega britannico, nella costruzione di un edificio della banca centrale di Birnin Kebbi. Nel sequestro erano rimasti coinvolti anche un ingegnere nigeriano, ferito, e uno tedesco, fuggito.
Dal momento del sequestro, ha ricordato Cameron parlando dalla sua residenza di Downing street a Londra, «abbiamo lavorato fianco a fianco con le autorità nigeriane per trovarli e assicurarne la liberazione. I terroristi avevano fatto minacce chiare di volerli uccidere e avevano diffuso un video su Internet. Dopo mesi in cui non sapevamo dove fossero, abbiamo ricevuto informazioni credibili su dove si trovavano. Una finestra di opportunità si era aperta. Avevamo ragione di credere che le loro vite fossero in imminente e crescente pericolo. Insieme al governo nigeriano oggi (ieri, ndr) ho autorizzato l’operazione con l’appoggio britannico. È con grande rammarico che devo annunciare che sia Chris che Franco hanno perso la vita. Stiamo ancora aspettando conferme dei dettagli ma dalle prime indicazioni sembra chiaro che entrambi siano stati uccisi dai loro sequestratori prima che potessero essere salvati».
La solita litania di questi casi di blitz finiti male. L’Inghilterra ha mostrato i muscoli, gli ostaggi sono morti. Avanti i prossimi (che non mancheranno).
Secondo i servizi segreti italiani, che hanno presentato di recente al parlamento la relazione annuale, il rapimento di Lamarinara e McManus era attribuibile «a locali frange jihadiste». Il 3 agosto scorso venne diffuso un video che mostrava i due ostaggi, bendati e in ginocchio, con alle spalle uomini armati che loro stessi presentavano come membri di al Qaeda.
La Nigeria è da tempo uno dei luoghi più violenti e pericolosi al mondo. Nel nord, prevalentemente islamico, imperversa una sorta di guerra civile strisciante con il gruppo estremista-terrorista Boko Haram (che in lingua hausa vuol dire «proibita la cultrura occidentale») responsabile di attacchi (spesso a chiese cristiane), sequestri, omicidi. E’ di ieri la notizia che nello stato di Gombe, nord della Nigeria, hanno uccisi 4 poliziotti e 3 civili.
Forse è vero, come si giustifica Cameron, che «si era aperta una finestra di opportunità » e che bisognava intervenire. Non si saprà mai con certezza.
E’ un fatto però che il mondo è ormai un far west, dove negli scontri fra cow boys e indiani a rimetterci sono quelli che si trovano in mezzo. Come Franco Lamolinara o i due povericristi di pescatori indiani che i due marò italiani hanno (proabilmente) ammazzato scambiandoli per pirati somali, salvo poi lamentarsi che a New Delhi s’incazzino e li mettano in prigione.
Adesso speriamo bene per gli altri italiani nelle mani di sequestratori – banditi comuni o terroristi politici.
Sono tre. Rossella Urru, la giovane cooperante sarda, sequestrata in ottobre in un campo saharawi nel sud dell’Algeria (insieme a due cooperanti spagnoli), di cui sabato scorso erano circolate voci, poi non confermate, della liberazione; Maria Sandra Mariani, fiorentina sequestrata il 2 febbraio, mentre faceva la turista nel Sahara algerino (ma si puo?), che secondo la tv al Arabyia è «nelle mani di al Qaeda»; Bruno Pellizzari, rapito nell’ottobre 2010 da pirati somali sullo yacht dove lavorava come skipper, al largo della Tanziania, di cui si sono perse le tracce. Non si sa se, per la loro liberazione, siano più da temere i sequestratori o i blitz dei liberatori.
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