by Editore | 2 Marzo 2012 8:40
ROMA – Cassonetti bruciati, tre autostrade bloccate, treni fermati pericolosamente mentre erano in movimento, tangenziali paralizzate, sit-in sui binari. Cariche della polizia. Qualche ferito. Tanti disagi al traffico, soprattutto per i pendolari. Nel pomeriggio di ieri la rabbia dei No-Tav dalla Val di Susa si è propagata in molte città italiane, da Milano a Palermo, arrivando fin nelle stanze del Partito Democratico a Roma, occupate per due ore. E tornando, in serata, là dove è partita, sull’A32 Torino-Bardonecchia: intorno alle 21 è stata di nuovo bloccata da un migliaio manifestanti che hanno eretto barricate con tronchi, cartelli stradali e pezzi di cemento vicino alla galleria in località Prapontin, costringendo alcuni automobilisti a tornare verso Susa in contromano. Un altro presidio si è formato all’altezza di Venaus.
I No-Tav, durante l’assemblea dei leader a Bussoleno, si erano dati un orario, le 18 di ieri, e un grido di battaglia, «Blocchiamo tutto, dappertutto», per dare il via alla mobilitazione in molte città . Così è stato, anche se non sempre in maniera coordinata. I primi ad agire sono stati i ragazzi dei centri sociali e gli studenti dell’Università della Calabria che verso le 17 hanno impedito la partenza dell’ultimo Intercity per Roma alla stazione di Paola, a Cosenza. Atto replicato in seguito con un Eurostar. Col passare del tempo sono state prese di mira altre stazioni, autostrade, tangenziali. In 200 hanno bloccato a Palermo per due ore e mezzo lo svincolo dell’A19 dell’autostrada per Catania. A Bologna è stato un crescendo: prima 700 giovani dei centri sociali hanno sfilato in città , poi hanno occupato la tangenziale, infine hanno interrotto fino a tarda sera l’A14 Bologna-Taranto.
Cariche della polizia per sciogliere i presidi e alcuni ferimenti, tra gli agenti e i manifestanti, si sono visti alle stazioni di Ancona e di Milano. A Genova Brignole la stazione è stata addirittura chiusa dopo l’occupazione di un binario e uno scontro tra forze dell’ordine e attivisti. Sputi ai giornalisti che stavano filmando i tafferugli. A Torino tangenziale bloccata per un’ora e mezza, sit-in davanti alla sede Rai e corteo alla stazione di Porta Nuova dove una decina di persone è riuscita a fermare la partenza di un treno che si era già messo in movimento, rischiando l’investimento. La circolazione è tornata regolare solo alle 22. I No-Tav hanno presidiato la Rai anche a Cagliari.
A Roma la protesta ha scelto come obiettivo il Pd. Una trentina di manifestanti – per lo più ventenni, che si sono presentati come studenti universitari e lavoratori – ha fatto irruzione alle due del pomeriggio nella sede del partito, a loro parere «complice della devastazione della Val di Susa». Chiedevano la liberazione «di tutti i bevuti», di tutti gli arrestati. Inutile il tentativo di mediazione del responsabile della sicurezza Pd Emanuele Fiano. Non hanno nemmeno voluto incontrare il segretario Bersani, disposto a parlare con loro a patto di una «netta presa di distanza dalla violenza». Alla fine hanno chiesto solo la pubblicazione sul sito del partito di un volantino e hanno deciso di andare via dopo una lunga trattativa con la Digos per non essere identificati. Ora la polizia sta già esaminando foto e video. Mentre sfilavano verso Piazza di Spagna, risuonava una canzoncina sinistra: «Siam tutti black bloc, Chiomonte come Atene, dovrà tremare lo sbirro nel cantiere». Del corteo improvvisato che ne è seguito, rimangono i disagi al traffico sulla via Prenestina e alcuni cassonetti bruciati.
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