Bernanke: tassi giù fino al 2014, borsa euoforica

by Editore | 27 Marzo 2012 8:27

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Parole tradotte in sante per la borsa di Wall Street, che ha cominciato a volare spinta dagli assicurativi e dai titoli legati alla sanità , nel giorno in cui ha preso il via davanti alla Corte Suprema il dibattito sulla riforma sanitaria varata dal presidente Barack Obama. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Cbs News e New York Times dal 21 al 25 marzo, il 47% dei cittadini statunitensi disapprova la legge, e di questi il 30% è «fortemente» contrario.
Ieri il Dow Jones, a poco più di metà  seduta, era salito dello 0,88% a 13.195,58 punti, mentre il Nasdaq avanzava dell’1,18% a 3.104,09 punti, con lo S&P 500 in progresso dello 0,88% a 1.409,45 punti, salito ai massimi dal 2008. Il mercato del lavoro è migliorato, e questo è il «benvenuto», ha detto Bernanke, ma i miglioramenti sono in parte dovuti al calo dei licenziamenti e non è ancora chiaro se saranno o meno sostenibili senza un’accelerazione dell’economia. «Ulteriori significativi miglioramenti nel tasso di disoccupazione richiederanno probabilmente una più rapida crescita della produzione e della domanda di consumatori e aziende, un processo che può essere supportato da politiche accomodanti», ha aggiunto il capo della Fed.
La situazione resta difficile. Per Bernanke, «il mercato del lavoro resta debole e lontano dalla normalità » e che l’andamento della disoccupazione di lungo termine va monitorato con particolare attenzione. «Anche se la prima causa della disoccupazione di lungo termine è un’insufficiente domanda aggregata, se i progressi nel ridurla solo lenti i disoccupati» da oltre sei mesi potrebbero assistere a un ulteriore deterioramento delle loro capacità , trasformando un problema ciclico in uno strutturale». Sempre per il capo della Fed, «se i problemi strutturali sono la principale spiegazione dell’aumento della disoccupazione di lungo termine, è ancora più importante assumere le decisioni necessarie per assicurare che i lavoratori siano in grado di poter contare sulle caratteristiche necessarie per rispondere alle richieste dell’economia che cambia rapidamente». Ieri un altro dato macroeconomico negativo è venuto dalla comprovendita immobiliare. I compromessi per l’acquisto di case non nuove negli Stati Uniti in febbraio sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente, ha comunicato la National Association of Realtors.

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