Benzina cara, interviene la Finanza
VARESE — In fondo è la domanda che si fanno ogni giorno milioni di automobilisti italiani: ma è normale che la benzina costi così cara? O se volete metterla in modo più documentato: perché la verde in un anno è cresciuta del 18% e un barile di greggio è rincarato quattro volte di meno? Aumenta oggi, ritocca domani è andata a finire che la medesima domanda se la sono posti la Procura e la Guardia di Finanza di Varese che hanno aperto un fascicolo per verificare se dietro la fiammata dei prezzi al distributore non ci siano ingiustificate manovre speculative.
Zero indagati, al momento, sul taccuino del procuratore capo Maurizio Grigo e del sostituto Massimo Politi ma su loro incarico le Fiamme gialle hanno già bussato alle filiali italiane di dieci compagnie petrolifere distribuite tra Milano, Roma e Genova (Esso, Api, Eni, Erg Petroli, IP, Q8, Shell, Tamoil, Total e Total Erg) e si sono portate via documenti utili a ricostruire i meccanismi che concorrono a formare il prezzo della benzina.
In questi casi si usa dire che il lavoro è solo agli inizi. «Il nostro obiettivo — spiega il colonnello Antonio Morelli, comandante provinciale della Finanza di Varese — è valutare la correlazione tra l’andamento dei prezzi dei carburanti dell’ultimo anno e tutti i costi industriali che vi concorrono: la materia prima, la lavorazione, la distribuzione, il carico fiscale, ma anche il margine di guadagno delle compagnie».
Basta consultare qualunque archivio, anche su Internet, per rendersi conto che il quesito ha una sua fondatezza: nel gennaio del 2011 (periodo in cui l’inchiesta di Varese ha scelto come punto di partenza) un barile di greggio era quotato 120 dollari al barile; ieri il fixing dello stesso prodotto era a 125 dollari, con un rialzo del 4% circa. Se si considera invece il grafico del prezzo alla pompa la benzina in Italia è balzata in alto del 18-20% pur in presenza di un calo dei consumi certificato da Confindustria di circa il 10%.
«Può anche darsi che al termine dei nostri controlli — prosegue il colonnello Morelli — scopriremo che i rincari sono giustificati da una serie di fattori. Se così non sarà potrebbe essere contestato il reato di manovra speculativa sulle merci».
Il provvedimento emesso dai magistrati Grigo e Politi contiene anche alcuni elementi di novità sotto il profilo giuridico: assimila infatti le compagnie petrolifere a soggetti incaricati di un pubblico servizio «in quanto l’attività esercitata, rivolta ad un pubblico indeterminato e caratterizzata da un prodotto di essenziale utilità per i cittadini e le imprese, è soggetta a norme di diritto pubblico e a provvedimenti e interventi da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato».
L’indagine è partita da un esposto che il Codacons ha presentato in 104 Procure d’Italia; quella di Varese ha deciso di non lasciarlo in un cassetto ma di andare a fondo. «Negli ultimi anni — si legge nell’esposto — è avvenuto sovente che il prezzo del carburante per i consumatori aumenti immediatamente ogni qual volta si verifica un incremento del costo del petrolio mentre la corrispondenza viene a mancare nel momento in cui il prezzo del petrolio scende».
Il Codacons aggiunge che domani, con un documento che presenterà alla Procura di Varese, chiederà il sequestro preventivo di un miliardo nelle casse dello Stato.
«Siamo tranquilli, l’indagine porterà a scoprire la verità e cioè che i rincari sono dovuti in larghissima parte all’aumento delle accise» ha commentato il presidente dell’Unione Petrolifera Pasquale De Vita.
L’inchiesta, visto che tocca uno dei beni che più pesano sui bilanci di aziende e famiglie ha risvegliato anche l’attenzione del mondo politico. «Sulla benzina credo che dobbiamo metterci al tavolo con i petrolieri e ragionare se ripristinare l’accisa mobile» ha affermato ad esempio ieri a Cernobbio il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Analoga richiesta giunge dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: «Il costo altissimo della benzina — ha spiegato — sta penalizzando fortemente cittadini e imprese ed è chiaro che c’è una fortissima incidenza dello Stato, che ha un’imposizione sulla benzina e sugli altri carburanti davvero inaccettabile».
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