Ambrosoli commemorato al Pirellone il figlio resta fuori: ha criticato Formigoni

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MILANO – Nessuno se ne assume la responsabilità . Anzi, c’è chi prova a dire che «nessuno gli ha impedito di venire, se avesse voluto farlo», salvo poi aggiungere: «Le sue dichiarazioni sulla giunta da azzerare non ci hanno fatto piacere, noi facciamo un evento intorno alla figura di suo padre e lui strumentalizza così la situazione in Regione?». Al Pirellone si celebrava la prima Giornata regionale dell’impegno contro le mafie e in ricordo delle vittime, con trecento studenti lombardi arrivati per assistere alla proiezione del film “Un eroe borghese”, su quel Giorgio Ambrosoli ucciso nel 1979 dalla mafia perché svolgeva semplicemente il suo lavoro. Umberto, il figlio di Giorgio, a quella cerimonia non è stato invitato. Motivo: l’intervista fatta con Repubblica due settimane fa, in cui sosteneva che la giunta Formigoni, travolta dalle inchieste giudiziarie, andava azzerata. L’invito da parte dell’Osservatorio sulla legalità  della Regione era già  stato fatto a voce, ma lunedì è arrivato il contrordine. Al Pirellone ieri mattina, a nome della famiglia Ambrosoli, c’era l’altra figlia del liquidatore del Banco Ambrosiano, Francesca, che ha voluto essere comunque presente per testimoniare ai tanti studenti l’esempio di suo padre e «la necessità  di non cedere ai compromessi, di rispettare le leggi», come ha detto dal palco. Assenza visibile, perché invece segnalata nel programma, quella dell’Ufficio di presidenza della Regione: il suo presidente, il leghista Davide Boni indagato per corruzione, aveva «un impegno precedente», e così tutti gli altri. È intervenuto, a nome della Regione, l’assessore alla Famiglia Giulio Boscagli.

Umberto Ambrosoli, avvocato e da qualche mese nel Comitato antimafia della giunta Pisapia, era stato invitato a partecipare alla cerimonia con l’ex magistrato Giuliano Turone da Jole Garuti, componente non politica dell’Osservatorio. Che racconta: «Eravamo tutti d’accordo sulla sua presenza, ma lunedì mi è stato detto che Umberto Ambrosoli non era più gradito, perché si temeva potesse ripetere le sue considerazioni sulla giunta.

La conferma del mancato invito l’ho avuta quando ho ricevuto il programma della mattinata, ed il nome di Umberto non c’era. È stato un gesto di grande arroganza». Rincara Giulio Cavalli, consigliere dell’Idv: «Politicamente, e non solo, questo è un brutto segnale, il rigore delle idee di Umberto Ambrosoli, evidentemente, è visto come eversivo. Ma forse per guardare negli occhi il figlio di Giorgio Ambrosoli ci vuole troppo coraggio». Conferma, Cavalli: «Il consigliere della Lega Romeo ha detto chiaramente che l’intervista che aveva fatto era inopportuna». Romeo, che fa parte proprio dell’Osservatorio, spiega: «Sicuramente le dichiarazioni di Ambrosoli non mi hanno fatto piacere, e neanche all’Ufficio di presidenza: un personaggio come lui non ci ha fatto una bella figura a parlare di azzeramento della giunta mentre noi ricordiamo suo padre». Poi tenta una difesa: «È stato un problema di organizzazione». «È stato un malinteso, e mi dispiace». Infine: «Nessuno gli ha detto di non venire, se ci fosse stato l’avremmo fatto parlare». Umberto Ambrosoli, che ieri è stato subissato da messaggi di solidarietà , vuole tenersi fuori dalle polemiche, e ricorda, soltanto, che «è importante che quei ragazzi abbiano avuto modo di incontrare la storia di mio padre, il suo modo di intendere il proprio ruolo, la propria responsabilità ».


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