Altri sospetti, primarie da buttare Il Pd nel caos cerca un quinto nome

by Editore | 20 Marzo 2012 8:24

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PALERMO – Quindici giorni da quando si sono chiuse le urne delle primarie del centrosinistra, e ancora non c’è un candidato ufficiale. Al termine di una giornata di trattative, ieri sera, i segretari del centrosinistra si sono ritrovati al punto di partenza. Il vincitore del 4 marzo, Fabrizio Ferrandelli, non arretra. I partiti della coalizione – Italia dei valori, Sinistra e libertà , Federazione della sinistra e Verdi – non lo riconoscono. Il Pd sta in mezzo: metà  partito, l’ala che ha stretto l’alleanza con il presidente della regione Lombardo, non lo molla. L’altra metà  vedrebbe bene una soluzione diversa. L’unica novità  è allora che sfuma il ritorno in campo di Rita Borsellino, seconda classificata alle primarie. In un comunicato congiunto, tutti gli alleati del Pd hanno «preso atto» «Borsellino, pur confermando la valutazione negativa sullo svolgimento delle primarie, ha più volte dichiarato di anteporre l’unità  del centrosinistra alla sua stessa candidatura». E però Idv, Sel, Verdi e Federazione hanno ributtato la palla nel campo democratico: «Invitiamo il Pd a far conoscere al più presto le proprie determinazioni, in seguito alle quali si dovrà  svolgere un incontro conclusivo di tutte le forze del centrosinistra entro la settimana in corso»
Borsellino però insiste nel mettere in discussione la vittoria di Ferrandelli. Dopo che il collegio dei garanti ha deciso di annullare il voto nel quartiere Zen, senza che questo cambiasse il risultato finale, la magistratura sta indagando anche sul voto nella centrale piazza Indipendenza. Ebbene, se anche quel risultato venisse cancellato allora la seconda classificata, appunto Borsellino, scavalcherebbe di colpo Ferrandelli. «Non è possibile lasciare che da queste primarie venga fuori l’idea che il controllo del voto e il voto di scambio siano irrilevanti dal punto di vista etico e politico», ha detto ieri l’europarlamentare (indipendente) del Pd. Ma dall’empasse non è uscita la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro, molto prudente la sua dichiarazione: «Si potrebbe pensare a un’altra candidatura solo se ci fosse un’assunzione di responsabilità  da parte di tutti gli attori».
Da parte sua l’ex dipietrista Ferrandelli, in passato vicino a Leoluca Orlando, ha risposto con un crescendo di dichiarazioni. «Non mi faccio intimidire dai potenti e dai prepotenti – ha detto ieri mattina – Rita Borsellino dice una cosa al telefono quando parla con me e una cosa opposta nei comunicati stampa». Poi nel pomeriggio: «Chiedo la convocazione urgente di un tavolo programmatico con tutte le forze del centrosinistra. Invito ad abbassare i toni e a fermare il gioco al massacro». E infine, ieri sera: «Basta con questa litania di chi a parole dice di volere l’unità  del centrosinistra e nei fatti lavora per distruggere tutto. Da oggi non risponderò più a polemiche strumentali». La situazione sembra bloccata, ma il Pd – in silenzio – sembra pronto ad allinearsi a Ferrandelli. Tant’è vero che proprio ieri, in pieno caos, sono stati confermati gli appuntamenti di campagna elettorale con D’Alema, Fioroni e Violante. Dopo pasqua i tre big del partito democratico saranno a Palermo per aiutare il candidato che alle primarie ha battuto la prescelta da Bersani.

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