Valsusa, cade dal traliccio grave giovane leader No Tav
Luca Abbà , uno degli esponenti più noti del movimento “No Tav” e proprietario di uno dei terreni, è rimasto ferito durante l’operazione di recinzione dell’area per il cantiere dell’alta velocità Torino-Lione. Abbà , con altri quindici esponenti del movimento che si ribella alla costruzione della ferrovia, si trovava alla baita Clarea per “sorvegliare” il cantiere in vista degli espropri. Quando ha visto l’inizio delle operazioni di recinzione dell’area, Abbà ha scalato un traliccio della luce; ma nell’operazione avrebbe inavvertitamente toccato i fili della corrente. Precipitato, è stato soccorso dagli agenti e trasportato all’ospedale. Le sue condizioni sono molto gravi. Questo il quadro ufficioso dell’ospedale: “E’ stato colpito da elettricità a media tensione, muove le gambe, è cosciente e orientato. C’è una sospetta lesione interna con versamento, vasta emorragia interna, probabili fratture a sterno e costole, ustioni di secondo grado”.
Maurizio Berardino, primario del Cto, ha poi tenuto una conferenza stampa sulle condizioni del giovane No Tav, che è in coma farmacologico: “Sono moderatamente ottimista. Occorrono almeno sei/sette ore per poter valutare i danni da folgorazione e le lesioni interne che hanno provocato. I danni da caduta, invece, pur gravi non sono di per sè tali da mettere a rischio la sua vita: alcune fratture alle costole destre, pneumotorace a sinistra, un lieve trauma cranico”. Il bollettino serale dell’ospedale conferma che sono stabili le sue condizioni “I controlli che abbiamo fatto nel pomeriggio – ha spiegato Berardino – hanno mostrato una stabilità delle lesioni. L’organismo sopporta le terapie e il paziente risponde bene. Resta alta l’attenzione per quanto riguarda le conseguenze della folgorazione”. Abba è ricoverato in terapia intensiva.
“Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli. La situazione e’ tranquilla e non vedo violenze. Sono riuscito a svicolare. Mi guardavano attoniti. Gliel’ho fatta sotto il naso un’altra volta”. Così aveva detto Abbà in un collegamento a Radio Blackout “da dieci metri d’altezza” poco prima di cadere al suolo. “Sono pronto ad appendermi ai fili della corrente se non la smettete”, ha anche urlato ai poliziotti. Abbà aveva lanciato l’appello ai No Tav di “venire e fare pressione finchè la situazione è gestibile”.
La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta sull’incidente. Sul posto sono arrivati il sostituto procuratore Andrea Beconi e il pm Giuseppe Ferrando
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