Treno senza freni in stazione: strage Per ora 49 i morti

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«Come una bomba», racconta una signora che alle 08:33 di ieri stava sulla pensilina del binario 2 della stazione Once di Buenos Aires ed ha visto le 500 tonnellate del convoglio Ferrocarril Sarmiento schiantarsi contro il paraurti di fine binario; il secondo vagone entrare nel primo e gli altri schizzare fuori dai binari, la gente intrappolata e maciullata fra le lamiere.
Il treno viaggiava stipato di 2 mila persone. Per ora i morti accertati sono 49, almeno 600 i feriti, 50 dei quali in gravi condizioni. Erano soprattutto pendolari che andavano in città  dalla periferia ovest della capitale e sarebbero tornati a casa otto ore dopo. Lavoratori e studenti che avevano ripreso l’attività  dopo la fine delle vacanze estive (in Argentina adesso è piena estate), donne delle pulizie, impiegate e parrucchiere che hanno pagato il conto di chi pensava non valesse la pena rinnovare un parco macchine ormai ridotto a ferraglia fino a che una locomotiva non si è schiantata in una stazione piena di gente. Trenes de Buenos Aires, TBA, la società  che ha in gestione la linea da quando il governo Menem la privatizzò all’inizio degli anni ’90, era già  stata protagonista pochi mesi fa di un altra tragedia dovuta al degrado dell’infrastruttura. Naturalmente è già  cominciato lo scaricabarile sulle responsabilità . 
Ruben Sobrero, delegato sindacale della Sarmiento, la compagnia che gestiva il treno, e sindacalista combattivo che, contrariamente a molti suoi colleghi, vive in un appartamento miserabile, ha dato una conferenza stampa sul luogo dell’incidente, prendendo le difese dei macchinisti estratti miracolosamente vivi dalla carcassa: «Sono 8 anni che chiediamo di investire sulla meccanica. Questo è il risultato». Dietro di lui, i pompieri segavano il tetto dei vagoni per far uscire la gente intrappolata tra i sedili. Un ragazzo con la maglia del Boca aveva il busto fuori dal treno e le gambe incastrate dentro. Il suo supplizio è andato in onda tutto il giorno sulle tv nazionali, alla fine l’hanno tirato fuori.
A quanto pare, il punto peggiore è stato quello tra il primo e il secondo vagone: lì si è concentrato il maggior numero di vittime. Diversi passeggeri hanno riferito che già  dalle stazioni precedenti il treno faticava a frenare, fino a che il sistema ha ceduto del tutto poco prima di arrivare alla Once.
In generale, i treni che coprono la gigantesca regione metropolitana di Buenos Aires (14 milioni di persone) assomigliano più a una linea del far west, che a quella del paese che ha costruito la prima metropolitana dell’emisfero sud. A metà  settembre un altro incidente ferroviario aveva sconvolto il paese: un autobus di linea aveva attraversato un passaggio a livello alle 6 di mattina, proprio mentre un treno stava arrivando un treno. I morti in quell’occasione erano stati 11, i feriti più di 200. Il treno era deragliato, l’autista, messo alla gogna per il gesto sconsiderato, doveva ripetere la stessa operazione tutte le mattine: la barriera del passaggio a livello era bloccata e l’unico modo di passare era giocare alla roulette russa e attraversare. Anche quella linea era della TBA, la stessa società  che oggi diffonde «il suo profondo cordoglio per la tragedia del treno 36772», blocca le chiamate in entrata e telefona agli avvocati prima che inizino i funerali delle vittime.


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