Torna la paura nelle Borse, spread a 370 S&P taglia il rating a 34 banche italiane

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E senza il nuovo piano di tagli, Bruxelles non verserà  i 130 miliardi di aiuti necessari per evitare il fallimento di Atene. Ora il governo greco ha ancora una settimana di tempo per varare i nuovi tagli, tuttavia i tempi si fanno sempre più stretti, dato che il 20 marzo Atene dovrà  rimborsare 14,5 miliardi di obbligazioni. E la possibilità  che qualcosa possa andare storto, ha fatto vacillare anche l’euro, che è scivolato sotto quota 1,32 nei confronti del dollaro. Oltreoceano, in aggiunta, è calata la fiducia delle famiglie americane, e questi nuovi e inattesi fattori di incertezza hanno fatto volare il differenziale tra il Btp e il Bund decennale ancora una volta sopra quota 370 punti. I rendimenti sui Buoni del Tesoro decennali sono infatti risaliti al 5,61%, vale a dire il 3,68% in più rispetto al loro omologo tedesco. Giovedì invece lo spread era tornato sui minimi visti lo scorso settembre, scivolando sotto i 350 punti.

L’allargamento dello spread ha fatto poi scattare i realizzi sul comparto finanziario europeo, e in particolare sulle banche tricolori che hanno in portafoglio molte obbligazioni italiane. Per questo motivo, fatta eccezione per Atene (-4,68%), la performance peggiore tra le Borse del Vecchio continente è stata registrata Milano (-1,76%), e a seguire da Parigi ( -1,51%), Francoforte (-1,41%) mentre Londra ha contenuto i cali allo 0,73%.

A Piazza Affari il Ftse-Mibè stato appesantito proprio dalle banche tra cui Unicredit (-4,7%), Ubi (-4,7%), Bper (-4%), Intesa Sanpaolo (-3,5%), Mediobanca (2,6%) e Bpm (-2,3%). Inoltre, quanto ormai il mercato aveva già  chiuso i battenti, Standard & Poor’s ha annunciato il taglio sulla qualità  del debito di 34 delle 37 banche tricolori che sono monitorate dall’agenzia di rating. Come se non bastasse, tutti gli istituti italiani restano sotto osservazione con prospettive ( outlook) negative, e nel dettaglio per S&P Unicredit, Intesa, Mediobanca, Ubi e Bnl sono ora giudicate BBB+, Mps è valutata BBB, mentre Bpm, Banco Popolare e Banca Carige hanno perso il così detto investment grade, scivolando a un giudizio di BBB-. «La decisione di S&P -ha commentato il premier Mario Monti – è in gran parte un effetto atteso di precedenti decisioni». La mossa dell’agenzia va infatti di pari passo con il taglio del rating dell’Italia (che è giudicata BBB+) e risente dei timori sulla redditività  delle banche tricolori e sulla loro capacità  di rifinanziare il debito all’ingrosso. S&P denota «una significativa riduzione della capacità  delle banche di rifinanziare il loro debito» e prevede «una debole redditività  nei prossimi anni e un ritorno sui prodotti bancari “core”», che dato il rischio dell’attuale contensto economico «potrebbe non essere sufficiente agli istituti per far fronte al costo del capitale». «Pensiamo – spiegava in una nota S&P – che questo possa essere negativo per la stabilità  del sistema bancario italiano».


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