by Editore | 1 Febbraio 2012 9:02
Per Napolitano la fase più dolorosa della crisi economica non è affatto alle nostra spalle. Anzi. Ci sono ancora scelte concrete da fare, anche dolorose. E se la coesione sociale «è importante», bisogna però sforzarsi di «evitare che le scelte pubbliche suscitino conflitti con i vari interessi rappresentati e che i conflitti diventino dirompenti». «Coesione sociale – puntualizza il presidente – non può significare immobilismo».
«Siamo in un tunnel da cui possiamo uscire solo con i sacrifici. Stiamo attenti! Ci sono spinte troppo conservatrici nella nostra società . Così non si può andare avanti, non si può fare come nei decenni passati, in cui in Italia, in Europa, in America, con la spesa pubblica si è vissuto al di sopra delle possibilità , anche se ciò non è vero per tutti i gruppi sociali. Dobbiamo fare i conti con un mondo cambiato. Non ci sono consentiti ‘acquietamentì, nessun gruppo sociale può essere esentato dai sacrifici necessari».
Mentre il governo tosa i bilanci, il parlamento dovrebbe tosare le istituzioni: i partiti devono fare le riforme che sono già «in ritardo», critica Napolitano, a cominciare dal bicameralismo e dal completamento della revisione delle Province, sulle quali «si è andati avanti e indietro» lasciando la riforma a metà . Il capo dello stato, polemizzando con gli amministratori leghisti che hanno disertato l’incontro con lui, ha difeso il federalismo fiscale chiedendone una «verifica» e una «rapida attuazione».
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