Tamburino a capo del Dap. Il saluto amaro di Ionta

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ROMA – Nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha ufficializzato la nomina di Giovanni Tamburino a capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), cioè responsabile delle strutture carcerarie, arriva il saluto del direttore uscente, Franco Ionta.
“Sento il bisogno in questo momento così difficile della mia vita professionale di dire pubblicamente alcuni grazie che ritengo doverosi, anche alla luce di articoli di stampa denigratori e offensivi, contro i quali reagirò con tutta la fermezza possibile nelle sedi giudiziarie”. Inizia così, in maniera dura e amara al tempo stesso, la lettera di saluto di Ionta, un saluto rivolto a tutte le componenti dell’Amministrazione penitenziaria, alle organizzazioni sindacali e al mondo dell’associazionismo penitenziario.

Afferma Ionta: “Il mio primo grazie va al Governo che mi ha nominato e al ministro Alfano che mi ha sempre dato la sua fiducia e il suo sostegno nell’arduo compito di gestire il sistema penitenziario nella contingenza più difficile che si è trovato ad affrontare dal dopoguerra. Un grazie particolare devo poi alla Polizia penitenziaria, che mi ha sentito quale capo del Corpo vicino alle loro esigenze, ai loro problemi, alle loro tante quotidiane sofferenze”.
La lettera di Ionta continua citando il suo staff, i sindacati (“che in questi anni hanno dimostrato lealtà , sia pure nella dialettica per il bene dell’amministrazione e per la salvaguardia dei diritti di tutti i lavoratori”) e le varie componenti del mondo penitenziario, “che con la loro sagace opera hanno mostrato condivisione del mio progetto volto alla stabilizzazione del sistema e a rendere migliori le condizioni di vita delle persone detenute, nei confronti delle quali ho profuso – sottolinea Ionta – ogni sforzo per garantire la vita, la salute e la dignità , sia con provvedimenti amministrativi che con sollecitazioni al ministro e al Parlamento, per adottare, e in molti casi ciò è avvenuto, provvedimenti legislativi volti a favorire la fuoriuscita progressiva dei detenuti verso una vita normale dopo il crimine”.
Un grazie, infine, Ionta lo riserva “alle tante associazioni di volontariato e di coscienza critica dell’Amministrazione, con cui ho sempre avuto rapporti proficui e significativamente emozionanti”.
“Ho potuto conoscere in questa esperienza – conclude – un mondo ricco e variegato che mi ha arricchito e che porterò sempre con me”.

Chiusa l’era Ionta, si apre quella di Giovanni Tamburino, fino a oggi presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma. Vice dovrebbe essere l’ex direttore del carcere di San Vittore, e attuale provveditore regionale per le carceri lombarde, Luigi Pagano.

 

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1 comment

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  1. Annamaria Addante
    Annamaria Addante 26 Febbraio, 2016, 10:46

    Quando uno è bravo e cerca di risolvere i problemi all’ora lo mandano via .Questa è la Politica Italiana e purtroppo l’Italia fatta da cittadini assenti.

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