Stupro selvaggio, militare in cella per tentato omicidio

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Il gip aquilano Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pm David Mancini, ha firmato l’ordine di custodia. Secondo gli inquirenti non ci sono dubbi: Tuccia ha mentito, non ci fu alcun rapporto consenziente, «le ferite parlano da sole». La povera ragazza di 20 anni, studentessa di ingegneria, rinvenuta all’alba del 12 febbraio scorso seminuda, abbandonata in una pozza di sangue e quasi morta assiderata nella neve, all’esterno della discoteca «Guernica» di Pizzoli, fuori L’Aquila, fu violentata selvaggiamente da lui, il caporale Tuccia, «Franky» come si fa chiamare su Facebook, volontario in ferma prefissata di un anno, per cui il reggimento — lo conferma il maggiore Pietro Piccirilli, capo dell’ufficio del personale — ieri ha subito avviato l’iter per la sospensione dal servizio.
La giovane, di Tivoli, ha riportato lesioni terribili al retto, l’avvocato della famiglia Enrico Maria Gallinaro teme per lei «danni permanenti». Quella mattina stessa, soccorsa da due buttafuori e dal titolare della discoteca, fu operata d’urgenza all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dov’è ancora ricoverata sotto choc nel reparto di Ginecologia e dove ieri è andata a trovarla l’amica che l’accompagnò a ballare la notte sventurata dell’11 febbraio. «Pian piano voglio ricominciare a vivere», le ha confidato la vittima, che infatti ha ripreso a studiare Disegno, perché l’esame universitario si avvicina.
L’indagine sullo stupro scattò immediatamente. E i carabinieri del comandante provinciale Savino Guarino, aiutati dal Ris, sono convinti di aver raccolto elementi e testimonianze schiaccianti. Il sangue e le altre tracce biologiche che il ventunenne irpino (fermato dai buttafuori dopo essere rientrato nel locale) aveva sulla camicia, su una mano e su un braccialetto, appartenevano alla ragazza: questo il responso dell’ultimo test di laboratorio. I militari ora stanno continuando le ricerche per trovare l’oggetto con cui il soldato realizzò l’orrenda tortura: forse è rimasto sepolto tra i cespugli, là  fuori. Sono stati invece scagionati gli altri due artiglieri che erano con lui quella notte e la fidanzata di uno dei due. Nessuno di loro assistette alla violenza. Il caporale Tuccia, un piccoletto coi capelli a spazzola che a leggere il profilo su Facebook è tifoso dell’Avellino, ama la pizza, la costiera amalfitana ed è un fan di Federica Pellegrini, ieri mattina stava spalando la neve in caserma quando è andato a chiamarlo il comandante della batteria. «Finora — assicura il maggiore Piccirilli — qui da noi non aveva mai creato problemi». Il suo avvocato, Alberico Villani, sindaco di Altavilla Irpina, si dice «sorpreso». «Francesco — spiega il legale — continua a giurarmi che la ragazza era consenziente, le ferite furono accidentali e lui s’impaurì». Ma chi gli crede?


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