Spunta la mediazione della Cisl sui licenziamenti economici
ROMA – La Cisl la vede come una via d’uscita per fare in modo che lo scontro sull’articolo 18 non condizioni e «rovini» la trattativa sulla riforma del lavoro. La Cgil vuol capire bene a cosa si riferiscono i «colleghi» quando parlano di «robusta manutenzione» della norma contenuta nello Statuto dei lavoratori. Perchè la materia è delicata e l’ambiguità pericolosa.
Una dichiarazione di Raffaele Bonanni al Sole 24 ore, ha prodotto una nuova fiammata nel difficile dibattito sulla norma che vieta il licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo. Il leader della Cisl ha detto di essere disposto ad una «robusta manutenzione, ma non all’abolizione» dell’articolo 18. Cosa vuol dire di preciso? L’escamotage, assicurano alla Cisl, potrebbe essere questo: delimitare in modo rigoroso i casi in cui si può fare ricorso all’articolo 18 per evitare che l’utilizzo estensivo della norma renda lunghe e incerte le vie giudiziarie. Questione di cui Confindustria si lamenta assai.
Cuore del problema sono i licenziamenti economici, quelli che l’azienda può mettere in atto in caso di crisi e ristrutturazioni e che – precisa la Cisl – sono regolamentati da un’apposita legge (la 223/91) sui licenziamenti collettivi. La legge in questione fissa criteri precisi (ad esempio il fatto che devono essere licenziati per primi i lavoratori più giovani), ma stabilisce anche che le norme hanno effetto solo quando l’azienda propone almeno 5 licenziamenti di cui 4 effettivi. Sono esclusi quindi i licenziamenti individuali e quelli sotto le quattro persone. Ed è qui che entra in gioco l’articolo 18 perché (sempre nelle aziende con più di 15 dipendenti) il licenziato fa spesso ricorso appellandosi alla discriminazione o alla mancanza di giusta causa.
«In questi ultimi anni su questi aspetti c’è stata un’esplosione di azioni giudiziarie» commenta Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl, «fare chiarezza significa neutralizzare il pericolo di abolizione dell’articolo 18 e arrivare al tavolo del governo con una proposta». Santini assicura che l’idea della Cisl è ben diversa dalle richieste di Confindustria «che vuol tutelare solo per i licenziamenti discriminatori, ma intende lasciar fuori tutti i casi di arbitrato». Con i «colleghi» del sindacato la partita è tutta da discutere: un vertice di Cgil, Cisl e Uil è previsto per domani mattina, prima dell’incontro fissato anche con Confindustria per mercoledì sera e prima ancora della possibile convocazione del governo per giovedì.
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