by Editore | 6 Febbraio 2012 10:20
Non è la prima volta che succede a una star o a un personaggio pubblico. Ma il punto è se ha senso o meno usare Twitter in questa maniera, per commentare a caldo lo scibile umano o per raccontare cose riservate (il top lo raggiunse nel 2010 il governatore della Puglia, @NichiVendola, uno dei politici più aperti alla tecnologia, che in un tweet riesumato ieri da un falso Vendola, scrisse: «Mi manca un figlio, ma è un argomento intimo». (Appunto). Gli esempi potrebbero essere raccolti in un’enciclopedia e per gli integralisti andrebbero tutti sotto la voce: «facebookizzazione» di Twitter. Secondo uno dei fondatori della società californiana, Jack Dorsey, Twitter non è un social network ma un «media» che ti permette di sapere «cosa sta succedendo ora». «Io non controllo più le news, apro Twitter» ha concluso con un pizzico di pubblicità occulta per la propria società al recente Digital Life Design di Monaco. In realtà , solo due settimane fa la società è stata aspramente criticata per essersi piegata al rischio di censura in alcuni Paesi come la Cina. Una scelta commerciale. Nonostante tutto il messaggio non cambia: c’era bisogno di Twitter per riempirlo con commenti su tutto ciò che ci capita? @RobertoBolle parlaci di arte e danza. Ti seguiremo (più) volentieri.
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