Salta l’Eurogruppo su Atene “Non dà le assicurazioni chieste”
ROMA – La Grecia non ha ancora soddisfatto tutte le condizioni richieste dall’Europa per ottenere i nuovi aiuti, annuncia in serata il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Perciò, cambio di programma a Bruxelles: la riunione di oggi dei ministri Ue, nelle intenzioni iniziali tutta dedicata ad Atene, si terrà solo in teleconferenza e senza prendere decisioni sulla nuova tranche di denaro da destinare al Paese. La notizia arriva a sorpresa quando i mercati europei sono già chiusi e mentre si riunisce il Consiglio dei ministri greco proprio per discutere la nuova austerity. Il Consiglio si conclude in serata con un accordo sugli ulteriori 325 milioni di risparmi da fare nel 2012: i tagli riguarderanno soprattutto le pensioni. Ma è troppo tardi. «Non ho ricevuto dai leader dei partiti della coalizione al governo le assicurazioni politiche richieste sull’applicazione del piano» deciso con la troika Ue-Bce-Fmi, scrive Juncker. «C’è bisogno di altro lavoro tecnico, tra cui l’analisi della sostenibilità del debito. Bisogna ancora trovare i 325 milioni».
L’annuncio del presidente dell’Eurogruppo chiude un giorno relativamente quieto per i mercati che, ancora una volta, reagiscono con distacco al nuovo, complessivo declassamento di mezza Europa decretato da Moody’s: la Borsa di Milano, la migliore, chiude con un più 0,47%, le altre sono lievemente deboli. L’Italia riesce a piazzare senza fatica 4 miliardi di Btp triennali ad un tasso del 3,41%, il minimo da 11 mesi, con richieste 1,4 volte superiori all’offerta e dunque con un evidente risparmio per il Tesoro: almeno 6 miliardi. Meglio di tante parole è lo spread a dare il senso del clima che si respira sui mercati: il differenziale con i bund tedeschi scende anche a quota 360 subito dopo l’asta, per poi chiudere a 365, ben lontano dai massimi degli ultimi mesi. Non basta, commenta il premier Mario Monti, ospite di Sky Tg24: «Lo spread a quota 360 è troppo alto. Deve scendere». Monti annuncia inoltre che «questo venerdì 17 la cancelliera Angela Merkel verrà a Roma e avremo un dialogo approfondito anche sulla Grecia».
Sui mercati domina l’incertezza per le sorti di Atene: oltre alla partita-aiuti, gli operatori nutrono apprensione per i dati macroeconomici e in particolare per il Pil, sceso nel quarto trimestre a meno 7%. Impensierisce il futuro dell’Italia se è vero che oggi l’Istat, stando alle previsioni, dovrebbe certificare che il Paese è in recessione.
Gli operatori però guardano anche alla Germania e al balzo sorprendente dell’indice che misura le aspettative per l’andamento dell’economia, salito a febbraio a 5,4 punti dopo il meno 21,6 di gennaio, il massimo dall’aprile 2011: questo dato contribuisce per un po’ a galvanizzare le Borse del vecchio Continente. Non si dimenticano della Spagna, che riesce a collocare bond per 5,4 miliardi con tassi in calo. Fuori dalla Ue, negli States, deludono i dati sulle vendite al dettaglio di gennaio, aumentate dello 0,4%, meno delle attese. Wall Street rimane indifferente, e chiude in sostanziale parità .
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