by Sergio Segio | 15 Febbraio 2012 16:20
Milano – Come previsto, alla maggior parte dei profughi dal nord Africa, l’Italia non sta riconoscendo alcuna forma di protezione giuridica internazionale. Nel 2011 le richieste d’asilo sono state 33.576. Delle 24.233 esaminate, 10.520 hanno avuto esito negativo. L’asilo politico è stato invece concesso solo a 1.959 profughi, la protezione sussidiaria a 2.460 migranti e a poco più di 5 mila quella umanitaria. I dati sono stati resi noti dal prefetto Angela Pria, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno, intervenuta al convegno “Libia: i migranti a un anno dalla crisi” organizzato a Milano da Ispi e Cesvi. Il ministero dell’Interno ha intenzione di raddoppiare i posti del sistema Sprar, per l’accoglienza dei rifugiati, fino a circa 10 mila. “Occorrono però 120 milioni di euro, che in tempi di tagli non è semplice trovare”, ha affermato il prefetto.
Sono circa 1.500 i profughi partiti nel 2011 dalla Libia e scomparsi nel Mediterraneo, ricorda Laura Boldrini, portavoce di Unhcr Italia, intervenuta al convegno. Anche se Tv e giornali italiani erano concentrati su Lampedusa, il flusso di persone che fuggivano dalla Libia è stato verso i Paesi confinanti. “Dalla Libia sono fuggiti 1,3 milioni di persone, soprattutto somali ed eritrei, e sono andati in Egitto e Tunisia per tornare nei loro Paesi -afferma Laura Boldrini-. Sono stati invece 28 mila quelli che hanno cercato di raggiungere l’Italia”. L’Italia non sta riconoscendo la protezione umanitaria alla maggioranza dei profughi. “Rimane una grande incertezza sul loro destino – aggiunge la portavoce dell’Unhcr -. Chi ha ricevuto il diniego sta facendo ricorso ma certo dobbiamo chiederci come risolvere il problema di chi resterà senza alcun tipo di permesso di soggiorno”. (Dp)
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