Premafin studia la ristrutturazione del debito

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MILANO – I lavori procedono: il numero uno di Unipol Carlo Cimbri, ieri ha visto sia la famiglia Ligresti sia Alberto Nagel ed ha ripetuto di essere «assolutamente fiducioso che l’operazione vada in porto». In realtà  i punti in questione sono ancora numerosi e non banali, comunque un primo tassello di questa complicata vicenda – anche dal punto di vista delle autorità  di controllo – dovrebbe essere messo all’inizio della prossima settimana, forse già  lunedì, quando è attesa la risposta delle banche all’ipotesi della ristrutturazione dei debiti. Che, probabilmente considerando anche l’esposizione legata all’equity swap con Unicredit, potrebbero essere saliti a 368 milioni. A quanto si apprende, c’è un’ipotesi di ristrutturazione complessiva del debito, con una scadenza decennale; con una clausola già  prevista in caso di successo dell’operazione con Unipol. La sotto ipotesi – proposta congiuntamente da Premafin e da Unipol, presente al tavolo delle trattative in forza dell’accordo stretto con Premafin nel gennaio scorso – prevede che gli istituti creditori della holding trasformino una parte dell’esposizione in un bond convertendo. Più in particolare, nell’incontro che si è tenuto con l’advisor Banca Leonardo, le banche e Unipol, è stata formalizzata la richiesta di stralciare debiti per 150 milioni e di trasformarli in bond automaticamente da convertire (alla pari) tra tre anni nella nuova società  che nascerà  post fusione a quattro tra Premafin, Fonsai, Unipol assicurazioni e Milano. Il resto dell’esposizione sarebbe riscadenzata a quattro-sei anni (i dettagli sono ancora in via di discussione).
Sempre che ovviamente l’operazione vada avanti così come immaginato da Unipol e da Mediobanca e che le varie autorità  diano il loro assenso. A partire dall’Isvap, che invece potrebbe eccepire sulla fusione tra la holding Premafin e società  operative (la mossa ha l’effetto di caricare comunque di maggior debito la nuova società ) mentre dalla Consob, nelle richieste di via Stalingrado, dovrebbe venir confermata l’esenzione dall’Opa; per finire, toccherà  all’Antistrust indicare se e cosa dovrà  essere venduto per evitare eccessi di concentrazione nel settore danni. Le numerose incognite dovranno essere sciolte una ad una nei prossimi giorni . Compresa la risposta da dare alla contro-offerta di Sator e Palladio, che scade l’8 marzo. Fonti finanziarie indicano in giovedì l’appuntamento per il cda Premafin, ma in realtà  il presidente Giulia Ligresti è appena rientrata – nella notte – in Italia e non è detto che la convocazione non possono slittare ancora di qualche giorno. 
Nel frattempo vanno avanti i lavori, come se tutto alla fine dovesse quadrare. Così, ieri è stata pubblicata la Relazione illustrativa del consiglio ai soci Unipol, per l’aumento di capitale da 1,1 miliardi. Oltre al già  noto raggruppamento delle azioni (una ogni vecchie 100) è stata l’occasione per le prime indicazioni sul bilancio 2011 che si avvia a chiudere l’anno con una raccolta premi su valori superiori ai 6,5 miliardi di fine 2010, un margine industriale in miglioramento e un combined ratio sotto il 98,1% di fine settembre. Nel documento gemello di Fonsai c’è invece la previsione di emettere azioni di risparmio nuove, di tipo B, che non conservano il diritto ai dividendi finora arretrati. Oggi, inoltre, nel cda di Unicredit verrà  resa un’informativa sulla vicenda Ligresti e sull’offerta Sator-Palladio.


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