by Editore | 16 Febbraio 2012 10:59
Che proprio non gradisce il «contatto diretto» con la cittadinanza. Il blocco partiva già poco dopo piazza del Plebiscito, persino chi lavora in zona non riusciva a raggiungere l’ufficio, un’intera strada di negozi e bar deserti.
Ma chi è che spaventa tanto il palazzo? La galassia che ieri si è ritrovata per Occupysantalucia è vasta: studenti, centri sociali, disoccupati, i precari del progetto Bros e Isola, ma anche il presidio antidiscarica di Quarto, le Mamme vulcaniche di Terzigno e i cittadini per un piano alternativo dei rifiuti, il sindacalismo di base e il comitato contro la chiusura dell’ospedale Maresca di Torre del Greco (a Napoli la Regione ha già chiuso tre pronto soccorso. in nome del rigore dei conti), le cooperative del Terzo settore e i comitati per l’acqua pubblica.
Insomma, trasporti, sanità , lavoro (più di 300mila posti persi in 6 anni in Campania), rifiuti e ambiente, welfare, no alle privatizzazioni, segnano i confini dello scontento sociale con cui l’esecutivo Caldoro proprio non vuole fare i conti. Il questore era arrivato in aiuto, vietando la manifestazione appena il giorno prima, proponendo come location alternativa piazza del Plebiscito (il Comune, guarda un po’…), ma la risposta è stata «disobbediremo». Così ieri in oltre mille si sono messi in marcia arrivando a Santa Lucia dal lato mare: un presidio su via Nazario Sauro, il gruppo più numeroso ha puntato direttamente all’ingresso principale della regione, bloccato però dalle camionette della polizia a pochi passi dalla meta.
Primi momenti di tensione quando gli agenti hanno trascinato via Raffaella Forgione, combattiva architetto arrivata per protestare contro il piano rifiuti, «un piano di sterminio di massa». Poi il presidio si è attestato e davanti agli agenti è apparso un gazebo, location della conferenza stampa nel mezzo della strada.
L’intervento più atteso è stato quello dello scrittore partenopeo Erri De Luca: «Manifestare è un diritto costituzionale e non è trattabile, soprattutto in questura. Questi sono i migliori cittadini della mia città e vogliono risposte. La regione invece si blinda da sola, si autoesclude, segno di debolezza o tracotanza». Pochi minuti. Nei quali, però, ha trovato spazio anche la storica sentenza del processo Eternit, che a Napoli ha lasciato un po’ di amaro in bocca visto che per gli operai dell’impianto partenopeo è scattata la prescrizione: «Questa sentenza fa futuro, ovvero è una barriera per il futuro; almeno scoraggia i trafficanti del lavoro, tuttavia è stata un’umiliazione per Bagnoli».
Due piazze oltre, davanti al Municipio i lavoratori della Linea 6 della Metropolitana, a rischio licenziamento per i tagli, si erano arrampicati sulla gru che sovrasta i lavori della Linea 1. La mattina cede il passo al pomeriggio: in programma le session degli artisti vicini ai movimenti (Daniele Sepe, Enzo Gragnaniello, O’ Zulu from 99 Posse, E’ Zezi) per provare a restare in piazza a oltranza: #occupysantalucia.
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