Occupate le officine, si scopre la speculazione

Loading

 
Dal 20 febbraio presidiano la «fabbrica occupata», come fanno da mesi i loro colleghi arrampicati sulla torre-faro della Stazione Centrale di Milano, e quelli saliti dal 24 novembre scorso sui tetti della palazzina Trenitalia di via Prenestina. Una lotta unica, per rivendicare il lavoro insieme al ripristino dei treni notte e chiedere un trasporto pubblico per tutti. «La responsabilità  strategica della nostra crisi è di Trenitalia. La scelta dell’Ad Moretti di investire solo sull’Alta velocità  e di chiudere il servizio dei Treni Notte ha dato il via al licenziamento di 800 persone in tutta Italia», denunciano i lavoratori. E non da ora. 
I dipendenti della Rsi Italia, oltre a non ricevere lo stipendio da giugno, vivono con lo spettro del licenziamento che si materializzerà  a settembre, quando terminerà  la cassa integrazione straordinaria. E chi ha rilevato nel 2008 le vecchie officine di via Partini, cioè il gruppo Barletta, nonostante il lavoro non mancasse – denunciano gli occupanti – ha deciso di bloccare la produzione e dismettere le officine ancora funzionanti e tutta l’area: circa 3 ettari di terreno. Alla denuncia contro Trenitalia si aggiunge così anche quella contro la Barletta, accusata non solo di non aver pagato loro l’anticipo della cig ordinaria e di impedire l’anticipazione di quella straordinaria da parte Inps; ma anche di voler speculare, distruggendo le officine per far spazio a palazzi e profitti facili. «Grazie al cosiddetto ‘piano casa’ approvato da governo, Regione Lazio e Comune di Roma nella aree industriali oggi è possibile costruire a fini residenziali senza oneri concessori (per i cambi di destinazione d’uso)». Salvare le officine e impedire il cambio di destinazione d’uso, la battaglia che parte dal presidio di via Partini. P. Cor.


Related Articles

Stipendi d’oro ai manager Lo schiaffo della Svizzera

Loading

  Vittoria dei sì nel referendum anti «gatti grassi» Magari un giorno si potrà  scrivere che una pagina di storia del Vecchio Continente è stata cambiata da qualche saponetta non pagata. Thomas Minder fino a una decina d’anni fa era solo il titolare di un’impresa di cosmetici di Sciaffusa con 20 dipendenti e fornitore della compagnia Swissair. Questa nel 2001 fallì ma si scoprì che era stato premiato con un bonus di 12 milioni di franchi il suo ultimo amministratore, Mario Corti.

Lo «scambio» americano: 7 auto per l’Europa

Loading

Dagli Stati Uniti in due anni quattro Suv, la Giulia, una monovolume e la 500 elettrica

Dopo dieci anni firmato il nuovo contratto dei medici del Ssn

Loading

Salario minimo e aumenti in busta paga, a beneficiarne saranno in 130mila

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment