No agli ”zingari” vicini di casa

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MILANO – Il 62% degli italiani non vorrebbe avere persone di etnia rom come vicini di casa. Il dato emerge da uno studio presentato oggi all’Università  Cattolica di Milano, basato su un questionario sottoposto a 1519 persone nell’ambito della quarta indagine internazionale “European values studies”, condotta sulla popolazione di 27 paesi dell’Unione europea e di 20 stati limitrofi. Alla domanda “Chi non vorresti avere come vicino di casa”, gli intervistati hanno messo al primo posto cittadini di etnia rom, seguiti da tossicodipendenti (58%), persone con precedenti penali (51%) o con problemi di alcolismo (44%), soggetti “emotivamente instabili” (38%) o malati di Aids (29%). Resiste, per il 21%, anche il rifiuto di avere una persona omosessuale come vicino di casa, anche se il dato è in calo rispetto alle rilevazioni del 1990 (37%) e del 1999 (29%).

“Gli italiani non si ritengono razzisti ma provano diffidenza se percepiscono una minaccia”, commenta Giancarlo Rovati, docente di Sociologia in Cattolica e curatore del volume che raggruppa i risultati della ricerca (“Uscire dalla crisi: i valori degli italiani alla prova”, Vita e Pensiero, 2011). Secondo altri dati, infatti ,il 40% degli intervistati è convinto che gli stranieri “non portino via il lavoro” e il 46% crede che la presenza degli immigrati “non indebolisca la vita culturale italiana”. Le preoccupazioni, invece, arrivano quando si pensa “all’aumento della criminalità ” (64%), alla “densità  degli insediamenti” (44%) e al possibile “sovraccarico del sistema di welfare” (40%). Il 40% degli italiani, inoltre, è convinto che sarebbe meglio che gli immigrati “non mantenessero” la loro cultura di origine, dopo aver scelto di vivere stabilmente in Italia.

Tra le altre tendenze rilevate dallo studio, per quanto riguarda la solidarietà  sociale, è emerso che gli italiani si interessano di più di connazionali bisognosi (“in qualche misura” interessanti per il 44% del campione) che degli immigrati in difficoltà  presenti in Italia (“in qualche misura” interessanti per il 37% del campione). “C’è un forte primato dell’appartenenza locale e nazionale, non un forte cosmopolitismo”, commenta Renzo Gubert, sociologo dell’università  di Trento, tra gli autori della ricerca. In ogni caso, la famiglia si conferma come punto di riferimento per l’86,7% degli italiani. Tra gli altri valori ritenuti importanti, ci sono il lavoro, gli amici, il tempo libero, la religione e la politica. Per approfondimenti: http://www.europeanvaluesstudy.eu/. (Alice Biella/ar)

 

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